La giunta Pisapia oggi al debutto e già  cominciano i mal di pancia

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MILANO – Ci siamo. Dopo estenuanti mercanteggiamenti che poco hanno a che vedere con il «vento che è cambiato», oggi debutta ufficialmente l’attesissima giunta di Giuliano Pisapia. A meno di sorprese dell’ultima ora (si dice che la notte porti consiglio), tutte le caselle ormai sono state riempite con nomi e cognomi, magari non proprio tutti scelti in base alle famose «competenze» che avrebbero dovuto essere premiate dal nuovo sindaco di Milano. Inutile nascondere che a sinistra circola con insistenza una domanda che più o meno suona così: quanti rospi saremo costretti ad ingoiare? Mugugnano i partiti e comincia a dare segni di nervosismo anche una certa parte della cittadinanza attiva che ha garantito la riuscita dell’impresa. La coperta è corta e il rischio è che Pisapia, stretto com’è dall’abbraccio del Pd e dei cosiddetti «poteri forti», lasci scoperta la sua ala sinistra, dalla Federazione della Sinistra a Sel fino ai comitati di quartiere. Non è solo una questione di nomi, il rischio è che una certa sensibilità  venga tagliata fuori come se ormai avesse esaurito i suoi compiti fondamentali.

Ma vediamo la formazione (con relativi problemi sommariamente accennati). Il vicesindaco, respinto l’assalto del Pd che puntava su Stefano Boeri, dovrebbe essere Maria Grazia Guida, direttrice della Casa della Carità , l’anima cattolica e solidale della Milano che non lascia soli gli ultimi. Fin qui tutto bene. Una vecchia volpe Dc come Bruno Tabacci farà  i conti al Bilancio, una scelta decisamente centrista che però è stata ben digerita da tutti. A Stefano Boeri (13 mila voti) dovrebbe andare la delega alla Cultura e all’Expo, mentre Pierfrancesco Majorino, che in queste settimane ballava su due o tre assessorati – a proposito di competenze – toccherebbero Ambiente e Trasporti.
Il primo nome che genera qualche imbarazzo è quello di Carmela Rozza, in quota al Pd: di lei tutti ricordano le crociate di stampo leghista contro zingari e abusivi delle case popolari, un approccio ruvido contro cui in queste ore si è scagliato il Comitato di zona 2, quello di via Padova, risultato decisivo nel sostenere Giuliano Pisapia. Alla Rozza dovrebbe essere assegnato l’assessorato alla casa, tanto per scontentare anche i sindacati inquilini che non la vedono di buon occhio. Curiosamente, c’è qualche mal di pancia anche sui due nomi di Sel che circolano con insistenza. Daniela Benelli, ex assessore alla Cultura alla Provincia di Penati, una figura non proprio all’insegna del rinnovamento cui dovrebbe essere assegnato il decentramento (e qui la competenza non c’entra) e la giovane Cristina Tajani, esperta di precariato con un incarico alla Camera del Lavoro che non per caso viene da Terlizzi, il paese di Vendola. Inoltre, c’è anche il rischio che Fds rimanga all’asciutto. «Noi abbiamo chiesto un assessore – spiega il segretario Patta – perché abbiamo sostenuto Pisapia per governare e non per fare i guardalinee». Fin qui le voci, oggi speriamo che Giuliano sorprenda tutti un’altra volta.


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