La democrazia della foresta
Oggi guardiamo alla foresta solo in termini di quello che possiamo sfruttare da essa: non di quello che può insegnarci. Bramiamo il suo legno, i suoi minerali, il suo ossigeno. La nostra percezione di boschi e selve è ridotta alla sigla Redd, “Ridurre le emissioni da deforestazione e degrado”, ovvero alla sua capacità di assorbire il nostro inquinamento. Una qualità vitale, senza dubbio. Ma la foresta è anche altro. Soprattutto, è maestra. Per la varietà di specie che vi convivono, ha molto da insegnarci. Per questo deve essere centrale ad ogni civiltà , come lo è per la mia, quella indiana. Come scrisse il poeta Rabrindanath Tagore, la foresta è l’esempio che ispirò la democrazia indiana. Tutti i valori possono derivare dalla vita della foresta, mentre non è vero il contrario. Per questo oggi la sfida è restituire alla foresta la sua centralità . Che significa imparare a conoscerla, rispettarla – anche attraverso la disobbedienza civile contro il consumismo che la danneggia – e infine adottare leggi che riconoscano a Madre Natura i suoi diritti.
Related Articles
Una buona notizia dalla Cina per la Cop21
Conferenza Onu sul clima. Xi Jinping e Obama si impegnano per la riduzione del gas a effetto serra
Ilva, sì del giudice inglese all’estradizione di Riva
Rientro rinviato fino all’appello. La difesa: «L’inchiesta in Italia è una persecuzione politica»
Stato del clima, nell’aria i livelli di CO2 più alti di sempre
Ambiente. Nel 2017 registrate 405 parti per milione, il dato più alto degli ultimi 800 mila anni secondo il rapporto «State of the Climate»