La democrazia della foresta

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Oggi guardiamo alla foresta solo in termini di quello che possiamo sfruttare da essa: non di quello che può insegnarci. Bramiamo il suo legno, i suoi minerali, il suo ossigeno. La nostra percezione di boschi e selve è ridotta alla sigla Redd, “Ridurre le emissioni da deforestazione e degrado”, ovvero alla sua capacità  di assorbire il nostro inquinamento. Una qualità  vitale, senza dubbio. Ma la foresta è anche altro. Soprattutto, è maestra. Per la varietà  di specie che vi convivono, ha molto da insegnarci. Per questo deve essere centrale ad ogni civiltà , come lo è per la mia, quella indiana. Come scrisse il poeta Rabrindanath Tagore, la foresta è l’esempio che ispirò la democrazia indiana. Tutti i valori possono derivare dalla vita della foresta, mentre non è vero il contrario. Per questo oggi la sfida è restituire alla foresta la sua centralità . Che significa imparare a conoscerla, rispettarla – anche attraverso la disobbedienza civile contro il consumismo che la danneggia – e infine adottare leggi che riconoscano a Madre Natura i suoi diritti.


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