by Editore | 9 Giugno 2011 6:48
BRUXELLES – Sul fronte della crescita economica, l’Italia si conferma il grande invalido d’Europa. La notizia, che non mancherà di influire sul dibattito in corso in seno alla maggioranza di governo, arriva da Bruxelles, dove Eurostat ha reso note le cifre definitive sull’andamento dell’economia nel primo trimestre 2011. Mentre l’Europa ha registrato una buona crescita, pari allo 0,8 per cento rispetto al trimestre precedente e al 2,5 per cento su base annua, l’Italia risulta ancora praticamente in fase di stagnazione, con una modestissima crescita trimestrale dello 0,1 per cento che arriva appena all’uno per cento su base annua. Proprio ieri in Italia il Dipartimento Finanze ha reso noti i dati sulle dichiarazioni Iva relative al 2009 che confermano l’effetto della crisi: il reddito medio dichiarato dalle società di persone è stato pari a 41.790 euro, con una riduzione del 6,78% rispetto all’anno precedente.
Il dato Eurostat è reso ancora più preoccupante dal fatto che la crescita in Europa non è soltanto molto più sostenuta, ma mostra anche un trend ascendente. L’aumento del Pil dello 0,8 rispetto all’ultimo trimestre del 2010, si colloca infatti ben al di sopra della crescita trimestrale dello 0,3 per cento che si era registrata a fine 2010 su base europea: una progressione quasi geometrica.
Per l’Italia, invece, il modestissimo +0,1 per cento è esattamente uguale alla variazione che si era registrata nel quarto trimestre dell’anno scorso rispetto al precedente. L’immagine che ne esce è quella di un Paese in stagnazione, incapace di salire sul treno della ripresa economica a cui si sono invece agganciati gli altri vagoni europei.
A trainare la crescita è, come sempre, la Germania. L’economia tedesca registra un aumento del Pil su base trimestrale dell’1,5 per cento: quindici volte superiore a quello italiano. Su base annua la crescita resta comunque impressionante: più 4,8 per cento. Meglio della Germania fanno i Paesi baltici: l’Estonia registra un incremento trimestrale del 2,1 per cento; la Lituania addirittura del 3,5.
Al di sopra della media europea sono anche Francia, Belgio, Austria e Polonia, che registrano una crescita trimestrale dell’1 per cento. Perfino la Spagna e la Grecia, due dei Paesi più colpiti dalla crisi del debito e sottomessi a draconiane cure di risanamento dei conti pubblici, fanno risultati migliori dell’Italia. La Grecia cresce nel primo trimestre 2011 dello 0,8 per cento (pur essendo ancora in forte recessione su base annua), e la Spagna dello 0,3 per cento. Peggio dell’Italia fanno solo la Danimarca (-0,5 per cento), il Portogallo (-0,7) e Cipro, che è in perfetta stagnazione.
Già l’altro ieri, presentando le raccomandazioni di politica economica, la Commissione aveva confermato la necessità , per l’Italia, di una politica di rigore accoppiata a riforme strutturali in grado di stimolare la crescita, essendo la «pigrizia» della nostra economia il problema più grave anche in vista del risanamento dei conti pubblici.
A livello europeo, un dato confortante che accresce il valore della ripresa in corso è il fatto che l’aumento del Pil dello 0,8 per cento su base trimestrale è stato alimentato soprattutto da un forte incremento degli investimenti delle imprese, che hanno segnato un aumento del 2,1 per cento: segno che il tessuto economico si prepara a far fronte ad una fase espansiva della produzione. I consumi delle famiglie, invece, sono cresciuti dello 0,3 per cento: dato uguale a quello del trimestre precedente.
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