Internet, una società  pubblica per la banda “super-rapida”

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ROMA – Adesso anche l’Italia ha un piano nazionale e pubblico per costruire reti a banda larghissima (Ngn). Reti in fibra ottica che porterebbero nelle nostre case un Internet capace di 100 Megabit di velocità . Il ministero per lo Sviluppo Economico presenta il suo progetto a porte chiuse, in forma di proposta, ai principali operatori (Telecom, Vodafone, Wind, H3g, Tiscali, Fastweb, Bt), che potranno partecipare all’iniziativa. 
Entro settembre nascerà  FiberCo, una società  a guida pubblica, e partirà  anche una sperimentazione in 6 città  italiane. Una sarà  lombarda; tra i centri candidati ci sono anche Salerno e Siracusa, si legge nel documento ministeriale. I lavori del test dovranno concludersi entro aprile 2012. 
Obiettivo ultimo di FiberCo è coprire – grazie a 8,3 miliardi di investimenti – almeno il 50% delle case italiane entro il 2020, selezionate però solo tra le zone che gli operatori hanno escluso dai propri piani di investimento Ngn (Telecom intende coprire il 50% della popolazione entro il 2018 e si appresta a lanciare la prima offerta 100 Megabit; Fastweb già  la fornisce in sette città ). 
Questo aspetto è una vittoria per Telecom Italia. Nei giorni scorsi, il ministro Paolo Romani premeva per estendere la rete di Stato anche in zone a più certo ritorno economico, per attirare così la partecipazione, in FiberCo, di Cassa Depositi e Prestiti. Cdp vi investirebbe solo a fronte di un possibile profitto. L’ad di Telecom Italia, Franco Bernabè, si era opposto a quell’ipotesi e i risultati dello scontro si vedono nel documento ministeriale. Vi si legge comunque, però, che «il progetto dovrà  garantire un ritorno adeguato» dei soci che vi investiranno. 
«Come potrà  riuscirci è uno dei nodi dell’operazione che tra l’altro ha sottostimato i costi», spiega Cristoforo Morandini, di Between-Osservatorio Banda Larga. 
Gli operatori potranno entrare in FiberCo in due modi: versando capitale in contanti oppure conferendo alla società  di Stato parti delle loro reti già  esistenti. Il governo dà  la facoltà  a Telecom, ad esempio, di conferire a FiberCo la propria rete tradizionale in rame, in cambio di una partecipazione al capitale della nuova società . Telecom avrà  anche il diritto di prelazione (“opzione call”) per comprare FiberCo, in futuro.
Gli operatori avranno da obiettare sul piano di switch off , cioè di spegnimento, ipotizzato dal ministero. L’idea è di spegnere il rame, obbligatoriamente, dove arriverà  la fibra di FiberCo. Il ministero prevede che la singola linea – una volta trasferita dalla vecchia rete alla nuova fibra – debba costare all’operatore 2 euro al mese in più (come canone mensile all’ingrosso). E’ possibile che siano gli utenti finali a sopportare il peso di questo costo, nelle loro bollette. Ora il ministero aspetta i commenti dagli operatori, per integrare eventualmente la proposta, nei prossimi giorni, poi passerà  ad attuare gli accordi raggiunti.


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