Insulti ai precari, bufera su Brunetta Pd e Cgil: “Estremista, si dimetta”
ROMA – Brunetta è nella bufera. I tempi in cui il titolare della Funzione pubblica si autoproclamava «il più amato dagli italiani» sono lontani: ieri il video in cui il ministro insulta i precari ha fatto il giro di Internet suscitando proteste, polemiche, imbarazzo e da più parti la richiesta di dimissioni.
Tutto è nato martedì, all’uscita di un convegno: un gruppo di presenti ha chiesto la parola, il ministro – saputo che erano della “Rete dei precari della Pubblica amministrazione” – se n’è andato apostrofandoli con un «io con voi non ci parlo, siete l’Italia peggiore». Affermazioni definite dall’opposizione e dal sindacato come «estremiste» e «volgari».
Brunetta, per difendersi, ha di nuovo attaccato (anche attraverso un video diffuso su Youtube). «Non volevo riferirmi al precariato tout court», ha precisato, «ma a quell’Italia che irrompe sistematicamente nei convegni per insultare i presenti. Ridirei e rifarei tutto, è stato un agguato mediatico, complici i giornali carichi di precari». E ancora: «Basta con la retorica del precariato: ci sono 4 milioni di stranieri che vengono a fare i lavori che gli italiani non vogliono fare. Se si vuole lavorare, si vada alle 5 di mattina ai mercati generali a scaricare le cassette».
Immediata la reazione politica e, ancor più, quella del web. Alla pagina Facebook del ministro ieri sera erano già arrivati 7 mila messaggi, pochi d’appoggio, la stragrande maggioranza di insulti. Molti «vattene», «il popolo della Rete vi spodesterà dai vostri troni», ma anche un «morirai», «spero in una falciatrice», e un «la pallottola non te la leva nessuno», scomparso dopo una manciata di minuti. Ondata di proteste sulla quale lo staff del ministro fa sapere di non aver praticato alcuna censura: «Dove ci sono i termini per intervenire lo faremo e gli interessati ne risponderanno davanti alla legge». Ma il comportamento del ministro ha creato imbarazzi anche fra i militanti del Pdl. A “Spazio azzurro”, il sito che ne raccoglie gli umori, sono arrivate richieste di dimissioni: «Ricordati che la parte peggiore dell’Italia ti paga lo stipendio».
Dal web alla politica: reagisce l’opposizione. Per Rosy Bindi, «Brunetta non ha il software per fare il ministro»; Casini si chiede se «sia un energumeno inadatto a governare». Il leader del Pd Bersani parla di «divorzio fra governo e realtà », il responsabile economico Fassina ricorda il danno dei tagli al lavoro precario ed ora «la beffa degli insulti». Niki Vendola, leader di Sel, giudica le parole di Brunetta «inaccettabili, segno di una regressione civile». La Federazione Nazionale della Stampa fa notare che «gli insulti del ministro sono la dimostrazione dell’abisso che separa una certa politica dai problemi drammatici della società italiana». Per la Cgil il comportamento del ministro è stato «volgare» e le sue spiegazioni, il giorno dopo, «una toppa peggiore del buco». Pochi i messaggi di solidarietà : la collega Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, cerca di sedare le polemiche: «Se i ragazzi cercano lo scontro il risultato non può essere costruttivo». Questo pomeriggio, al ministero, sit in di protesta.
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