Insegnanti, medici, impiegati quasi mezzo milione è a termine
ROMA – Migliore o peggiore, sicuramente è l’Italia. Fatta anche di flessibili, atipici, irregolari. La guerra di definizioni diventa così battaglia di cifre. Quanti sono veramente i precari della Pubblica amministrazione? La risposta oscilla tra i 33 mila riproposti dal ministro Brunetta e i 440 mila calcolati dalla Cgil, di cui 197 mila nella scuola e 100 mila a rischio disoccupazione entro la fine dell’anno. Un abisso di storie che ingloba insegnanti, ricercatori, medici, impiegati, operatori della Croce Rossa, Vigili del fuoco.
«I numeri non li inventiamo», spiega Michele Gentile, responsabile Settori pubblici della Cgil. «Sono a disposizione di tutti su Internet perché sono quelli del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato per il 2009». Cifre considerate esorbitanti dal ministro che, però, non ha aggiornamenti rispetto a quanto presentato in Parlamento nell’aprile 2009: 15 mila precari sul territorio nazionale e 18 mila in Sicilia. Dati già all’epoca fortemente contestati dalla stessa Cgil e frutto di questionari sottoposti alle amministrazioni (risposero 4 mila su 9 mila enti invitati). «I 240 mila contratti precari della Pubblica amministrazione si dimezzeranno entro l’anno», avverte Gentile, «non saranno rinnovati per effetto dei tagli imposti dalla manovra del 2010. Per i quasi 200 mila precari della scuola, poi, aspettiamo ancora il piano di assunzioni sbandierato dal governo». Nei 400 mila della Cgil c’è di tutto: tempi determinati, interinali, lavori socialmente utili, co.co.co, co.co.pro, incarichi, studi, consulenze.
«Tra i 50 e i 100 mila lavoratori della scuola sono già stati licenziati tra il 2008 e il 2010 per l’effetto combinato delle varie finanziarie», ricorda Claudio Argentini, coordinatore nazionale Usb per il Pubblico impiego. «Nella ricerca la situazione, poi, è un disastro. Ve li ricordate i ricercatori sui tetti? In un certo senso, sono ancora lì. Dei 6 mila precari, tra Istat, Ispra, Cnr, Isfol, Istituto superiore della Sanità , Istituto di fisica nucleare e quello di Geofisica la metà vive di assegni di ricerca o contratti interinali e circa mille rischiano il posto anche con oltre dieci anni di anzianità . Perché? Perché di fatto l’assorbimento graduale impostato dal governo Prodi nel 2006 è stato bloccato da Brunetta con la legge 133. Dunque questi lavoratori, che avevano già superato un concorso ed erano in graduatoria, ora devono rifare il concorso e sperare». Secondo i calcoli Usb, i precari della Pubblica amministrazione si dividono in scuola (tra 80 e 100 mila), enti locali (tra 100 e150 mila), sanità (tra 100 e 200 mila), università (tra 20 e 25 mila, per il 90% ricercatori), enti di ricerca (6 mila), agenzie fiscali, ministeri, Inps, Inpdap, Inail (tra 10 e 20 mila). «Ovunque si assiste a una progressiva esternalizzazione, con aumenti dei costi e la cronicizzazione del precario. Se sei precario, lo sei a vita», conclude Argentini.
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