In ottantamila con Cisl e Uil “Pronti allo sciopero generale”

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ROMA – O fa la riforma del fisco o è meglio che se ne vada: Cisl e Uil lanciano il loro ultimatum al governo. O questa volta la maggioranza ascolta la piazza, o i due sindacati che Palazzo Chigi da sempre giudica «responsabili» faranno quello che la Cgil ha già  fatto: uno sciopero generale. La «forza tranquilla» – come si autodefiniscono – non vuole più aspettare: il fisco va cambiato «e non cercate scuse dicendo che Moody’s sta pensando di declassarci» – avvertono – perché le tasse pagate dai lavoratori e pensionati possono essere ridotte «senza aumentare la spesa pubblica». Basta tagliare i privilegi, aumentare l’Iva sui consumi di lusso, rimettere ordine nelle agevolazioni, sfoltire con l’accetta i costi della politica e combattere l’evasione.

Ieri Cisl e Uil hanno portato a Piazza del Popolo, a Roma, ottantamila persone per chiedere la riforma fiscale. Lo avevano già  fatto un anno fa e poi ancora lo scorso ottobre, ma mai come questa volta i due sindacati guidati da Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, hanno voluto «smarcarsi» da un governo che da sempre li considera interlocutori privilegiati rispetto ad una Cgil da isolare. «Siamo forti, siamo autonomi, qui non c’è nessun ministro» hanno tuonano i due leader dal palco, strizzando un occhio sia alla sinistra (Angeletti che si rivolge ai «cari amici e compagni»), che al mondo cattolico (Bonanni che rende onore al «lavoratore Wojtyla»). Entrambi hanno fatto appello all’unità  del paese «per salvare la baracca», entrambi hanno detto al governo che senza interventi sul fisco «non c’è bisogno che sopravviva» (Angeletti), anzi «è meglio che vada via nell’interesse di tutti» (Bonanni). Netto l’attacco agli «insopportabili» costi della politica «che può aumentarsi lo stipendio senza firmare contratti», e agli «sconti fiscali» concessi alle rendite finanziarie: «chi fa soldi con i soldi – ha detto Angeletti – abbia il pudore di pagare come chi vive di lavoro». Incondizionato l’appoggio alla lotta all’evasione: «Equitalia ha fatto bene il suo lavoro e le ganasce vanno strette non allargate – ha detto Bonanni – La violenza non è quella fatta da chi vuol stanare gli evasori, ma quella commessa contro i lavoratori e pensionati che hanno sempre pagato». Velato l’invito alla Cgil a trovare un’intesa comune: la manifestazione si è chiusa con un «è venuto il momento di ricollegarci tutti insieme», cui Susanna Camusso ha risposto con un altrettanto velato «troviamo una parola d’ordine sui contenuti da cui partire per trovare risorse senza penalizzare i più deboli». Un’apertura di credito a Tremonti: «ha avuto il coraggio di dire che si può cambiare il fisco a costo zero, ora vediamo se saprà  prendersene la responsabilità » ha detto Bonanni.
Ma è con questo governo che le cose potranno cambiare? La piazza non ne è proprio convinta: «Non mi piace» dice Maria Canova, commessa in una farmacia a Viareggio. «I soggetti politici sono stracotti» commenta Sergio Taurino di Padova. «Il tempo è finito» avverte Sergio Ariodante da Roma. «Stiamo aspettando una classe dirigente all’altezza» conclude Fabio Ronzino, arrivato da Saluzzo, in provincia di Cuneo.

 


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