Il trionfo del buon senso

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L’hanno capito tutti che sarebbe arrivato il far west delle tariffe. Lo hanno capito – diventando accesi partigiani referendari – soprattutto coloro che avevano già  provato la privatizzazione sulla loro pelle. Una privatizzazione all’italiana senza regole che ha visto quasi ovunque aumentare le bollette in assenza di ammodernamenti sulla rete. Quelli di cui il Paese ha disperatamente bisogno, con uno Stato e con i Comuni in bolletta.
Perché s’è visto di tutto negli ultimi anni, anche nelle regioni rosse, dove il gioco dei rincari è egualmente uscito di controllo. Un esempio su tutti: la Toscana, che ha giocato prima su una campagna di risparmio dell’acqua «bene comune», e poi, a campagna pienamente riuscita, ha visto la punizione dei cittadini virtuosi con rincari motivati dallo scarso consumo. Una perfetta presa in giro.
Anche per questo la campagna per l’acqua libera è partita da molto più lontano che quella contro il nucleare. Dietro c’era, e c’è ancora, una sequela di soprusi che hanno giocato un ruolo centrale nella reazione civile degli italiani, spesso contro gli interessi inconfessati dei partiti. E c’è la difesa del simbolo ultimo della libertà  e del controllo del territorio.


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