Il Naga: “Attorno alla sanatoria di colf e badanti truffa da almeno 53 milioni di euro”

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MILANO – Il giro d’affari potenziale delle truffe che si sono consumate attorno alla sanatoria “colf-badanti” del settembre 2009 ammonta ad almeno 53 milioni di euro. E’ la stima elaborata dal Naga, associazione milanese che fornisce assistenza legale e sanitaria ai migranti, che ha condotto un’indagine su un campione di circa 450 stranieri vittime di truffa. “Si va da un minimo di 500 euro a un massimo di 8.400 euro per persona. Con una media di 3.027 euro a testa -spiega Nadia Bovino, del servizio legale Naga-. Solo per il nostro campione abbiamo raggiunto la cifra di un milione di euro”. Moltiplicando il prezzo medio pagato dai cittadini stranieri truffati per il numero di domande rigettate (32.376) e rinunciate (2.671) si raggiunge la somma di 106.087mila euro. “Abbiamo preso in considerazione solo queste due tipologie perché, in base alla nostra esperienza, è qui che si nascondono spesso le truffe -spiega  Nadia Bovino-. Anche ipotizzando che solo nella metà  dei casi dietro alle pratiche ci sia una truffa, raggiungiamo comunque una cifra notevole”.

Il rapporto “Truffasi” è stato realizzato sulla base dei dati raccolti dagli Immigrati Autorganizzati e dal Naga, in collaborazione con Arci e il comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti. Sono state raccolte le testimonianze di 438 lavoratori truffati e, solo per il campione preso in esame, si è raggiunta la cifra esorbitante di un milione di euro. “La sanatoria ha prodotto truffe ed estorsioni senza precedenti -commenta Pietro Massarotto, presidente del Naga-. Con le regole attuali i truffatori sono risultati intoccabili e se le istituzioni non decideranno d’intervenire i reati connessi alla ‘sanatoria truffa’ passeranno sotto silenzio”.
Il problema, infatti, è che i truffati essendo irregolari non possono denunciare chi ha estorto loro il denaro. “Per questo motivo abbiamo chiesto un incontro al procuratore di Milano, Bruti Liberati -spiega Ilaria Scovazzi di Arci-. Gli chiederemo di istituire un pool di magistrati per smascherare questo racket”.
Per la regolarizzazione degli stranieri truffati che decidono di denunciare, le associazioni chiedono il rilascio di un permesso di soggiorno per protezione sociale (articolo 18) o il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione o per motivi umanitari. “Crediamo però che l’unica soluzione davvero auspicabile sia un profondo ripensamento dell’attuale legge sull’immigrazione”, puntualizza Massarotto.

I truffati sono in maggioranza uomini, di nazionalità  egiziana e in media hanno lavorato e vissuto da irregolari in Italia per 4 anni e sei mesi prima di poter accedere alla possibilità  di mettersi in regola. Mentre per quanto riguarda i truffatori, nell’83% dei casi si tratta di italiani (seguiti da egiziani e senegalesi) che spesso hanno visto la complicità  di un intermediario, spesso della stessa nazionalità  del truffato. Nel 62% dei casi, i truffati non conoscono l’esito della loro pratica e comunque non hanno potuto intervenire per per il buon esito della domanda di regolarizzazione.
“L’indagine dimostra, una volta di più, come il problema di fondo sia il mancato funzionamento d’ingresso dei cittadini stranieri per motivi di lavoro secondo le regole vigenti e perfino delle sanatorie”, commenta Pietro Massarotto. (is)

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