by Editore | 21 Giugno 2011 7:27
L’economia è una scienza triste: tutta centrata com’è sull’individuo, sull’homo oeconomicus, come ci ricorda Roberta Carlini in questo Economia del noi (Laterza, pp. 134, euro 12. Disponibile anche in ebook). La felicità delle persone, come ha insegnato Adamo Smith – non nasce dalla generosità di comportamenti individuali, ma dagli egoismi individuali. Ma, all’economia «dell’io» si sta contrapponendo una «economia del noi». In altre parole comportamenti che sostituiscono «la condivisione alla divisione, la cooperazione alla frammentazione». Ma cos’è l’«economia del noi». Roberta Carlini, in passato vice direttore del manifesto, autrice di questo saggio da leggere in un fiato la definisce come «un insieme di esperienze fondate sui legami sociali, nelle quali gruppi di persone entrano in relazione e cercano soluzioni comunitarie a problemi economici, ispirate a principi di reciprocità , solidarietà , socialità , valori ideali, etici o religiosi». Carlini ci ricorda che l’economia del noi, che oggi sta molto crescendo di dimensione, ha precedenti storici importanti: le società di mutuo soccorso, ad esempio. Ma anche le cooperative di produttori agricoli e non solo. Insomma, rispetto alla prepotenza del capitalismo, molto spesso i lavoratori (ma anche i consumatori) hanno cercato di organizzarsi, almeno per resistere, per poter sopravvivere. Spesso veniva assistito chi non poteva lavorare o non aveva reddito: come dire «l’economia del noi» ha gettato le basi di quella che poi è diventata l’economia del welfare state.
Il libro di Carlini è una di quelle inchieste che oggi non vanno più di moda. Una inchiesta su come stanno crescendo queste esperienze condivise. Ci racconta questa diffusione che ormai va «dai gruppi d’acquisto di quartiere alle nuove comunità del free software, dai gruppi di abitazione o di autocostruzione al coworking, dalle banche del tempo all’economia di comunione, dalle cooperative sociali alla finanza etica». Le motivazioni per le quali si partecipa all’economia del noi «sono diverse. Per esempio «i gruppi di acquisto solidale, nati sull’esigenza di coniugare consumo ad etica, sono cresciuti esponenzialmente sull’onda delle crisi alimentari relativi effetti di panico; sono diventati uno strumento molto potente nella riconversione ecologica dell’economia; e hanno modellato i propri caratteri sulle priorità del territorio nel quale operano in organizzazioni che si stanno sempre più strutturando».
Il libro-viaggio dell’autrice si sviluppa in cinque capitoli che affrontano le esperienze del noi nei settori del consumo, del credito, delle case, delle imprese e del web. Si tratta di un viaggio in Italia che racconta esperienze esemplari che in quanto tali possono fornire idee e che possono essere seguite e imitate. Carlini, tuttavia, è convinta che «questi bisogni, devono tradursi in un progetto politico, e deve essere lo stato a garantire la soddisfazione su un piano di parità , universalità , eguaglianza di tutti i cittadini». In altre parole, deve essere la politica urbanistica a dare una casa, la politica sociale a proteggere chi è travolto «dalle tempeste del mercato del lavoro», la politica sanitaria a a «dare cure a tutti», la politica dei comuni a incentivare le energie alternative e curare la raccolta differenziata. Questo significa che la politica del noi è inutile? La risposta, naturalmente, è no: l’organizzarsi serve a rendere più forte la voce di chi pretende un intervento efficiente dello stato e per far arrivare i servizi pubblici dove non arrivano e a «alzarne la loro qualità sociale». Ad arricchire il volume c’è una notevole «sitografia» finale: per tutti i cinque capitoli del libro sono indicati di siti di organizzazioni che hanno realizzato esperienze di economia del noi. In particolare da segnale le non profit che si occupano di cohousing.
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/06/il-mutuo-soccorso-si-fa-societa/
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