Il giorno più lungo della Tav Maroni: non ci fermeranno

by Editore | 27 Giugno 2011 6:03

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«Abbiamo seri e fondati motivi per aspettare un intervento di sgombero tra le prime ore della notte di domenica e lunedì… Prepariamoci per rimanere al presidio per molti giorni» . Questo scriveva ieri sera il sito «NotavInfo» mentre, nelle stesse ore, più fonti indicavano un lento avvicinamento di numerosi raparti mobili della polizia in direzione Val di Susa: destinazione Bardonecchia da dove, probabilmente, partiranno le operazioni di sgombero del presidio della «Maddalena» . È qui, a Chiomonte, che prima di giovedì 30 giugno il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, è intenzionato a far rimuovere blocchi e barricate del movimento No Tav per consentire l’apertura del cantiere del tunnel geognostico preliminare alla realizzazione dell’Alta Velocità  ferroviaria, la Tav Torino Lione. L’ultima settimana di passione della Val di Susa è iniziata. Dopo l’ultimatum della Ue — che ha fissato al 30 giugno il termine ultimo per avviare i cantieri, pena la cancellazione di una parte cospicua del primo finanziamento europeo di 671 milioni — Maroni è stato chiaro: «Il cantiere si apre entro il 30 giugno. E l’opera si fa, altrimenti diciamo addio alle centinaia di milioni di contributo Ue» . Però alla vigilia dello sgombero è altissimo il rischio che si ripetano gli scontri già  visti a Venaus nel 2005. Eppure Maroni non fa un passo indietro: «Noi dobbiamo aprire i cantieri. Punto» . I sindaci e gli amministratori delle liste civiche della Val di Susa e della Val Sangone hanno scritto al ministro chiedendogli di «non dare l’ordine di sgomberare con la forza gli uomini e le donne della Val di Susa» . La risposta del Viminale non c’è stata ma basta leggere un comunicato sindacale del Sap per capire che aria tira: «Il tempo delle chiacchiere — avverte Massimo Montebove — è finito. Le forze dell’ordine sono pronte a ripristinare la legalità  in Val di Susa» . «Maroni è come Bava Beccaris perché vuole risolvere con una manovra militare un problema che vede la contrarietà  della maggioranza della popolazione interessata» , attacca il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero che ieri sera ha partecipato alla fiaccolata di Chiomonte. Aggiunge Ferrero: «In Val di Susa ci sono oltre 2.000 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri. Bisogna evitare il ripetersi della macelleria messicana già  vista dieci anni fa al G8 di Genova» . Gli risponde il deputato Osvaldo Napoli (Pdl), che abita e fa il sindaco proprio in Val di Susa: «Rispetto agli anni passati la situazione è cambiata. La modifica del tracciato e gli interventi programmati in campo ambientale hanno fatto sì che non vi sia più una massa di cittadini contrari incondizionatamente alla Tav. L’ 85%dei manifestanti appartengono infatti ai centri sociali di Torino che non sono rappresentativi della popolazione locale» . Eppure il rischio che lo sgombero degeneri induce anche il fronte cattolico a lanciare un appello contro la violenza. Rivolto a tutti, ai manifestanti ma anche alla polizia. 

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