Grecia, prove di ottimismo sui mercati

by Editore | 22 Giugno 2011 7:51

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MILANO – Si sblocca la situazione in Grecia, si complica il caso Spagna. Per l’Eurozona non c’è pace, nemmeno nel giorno in cui le Borse rimbalzano, scommettendo sul voto favorevole del parlamento greco al nuovo piano di lagrime e sangue che prevede tagli per altri 78 miliardi. Ma i governi e le banche centrali del Vecchio Continente non se ne possono rallegrare più di tanto. Perché il Fondo monetario ha riaperto un altro fronte: «Il processo di risanamento dell’economia spagnola non è completo e permangono rischi considerevoli».
Ad Atene il voto sulla nuova manovra era atteso a tarda notte. Ma i mercati finanziari si sono posizionati fin dalla mattinata. Complice poi la buona apertura di Wall Street, le piazze europee hanno recuperato dai minimi dell’anno. Scommettendo proprio sull’esito positivo al Parlamento di Atene: a fine seduta ci sono stati tutti rialzi, dal più 1,3 per cento di Londra al più 1,9 per cento di Parigi, con Milano che si è posizionata più o meno nel mezzo guadagnando l’1,7 per cento. Meglio di tutti ha fatto la Borsa di Atene che si è ripresa un 4 per cento.
L’approvazione del piano è una condizione senza la quale i paesi “guida” dell’Eurozona, a partire dalla Germania, non solo non avrebbero dato il consenso alla nuova tranche di aiuti per 12 miliardi, ma nemmeno avrebbero consentito alle banche che possiedono i titoli di stato greco di aderire al piano di salvataggio. Il quale prevede che alla scadenza, gli istituti si impegnino – su base volontaria – a comprare le nuove emissioni.
Un piano che le agenzie di agenzie di rating criticano, perché il rinnovo della sottoscrizione dei titoli di stato, per quanto su base volontaria, viene considerato comunque un default sotto altra forma. La pensa così Fitch che minaccia un ulteriore taglio del rating sovrano di Atene.
A conferma di quanto sia rilevante il voto favorevole del Parlamento al piano del primo ministro socialista George Papandreou è il fatto che ieri sull’argomento sono intervenuti i leader politici europei e non solo. Sia il cancelliere Angela Merkel che il presidente della commissione Ue Manuel Barroso si sono detti fiduciosi, pur ricordando ai parlamentari greci di non avere alternative per evitare il fallimento del debito sovrano. Mentre il premier David Cameron si è sfilato annunciando che nemmeno un penny dei contribuenti britannici finirà  nelle casse del governo greco. E dagli Stati Uniti anche il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, dopo aver affermato di considerare il default «impensabile», ha invitato l’Europa a parlare con una voce sola, per non confondere le idee agli investitori.
Con il voto favorevole del Parlamento al nuovo piano di tagli, tornano a respirare anche gli altri paesi che hanno problemi di debito pubblico. L’Italia, senza dubbio, dalla quale le organizzazioni finanziarie internazionali si aspettano, però, un piano di tagli per 40 miliardi di euro. E, soprattutto, la Spagna, che ieri ha ricevuto una sorta di ammonimento ufficiale da parte del Fondo monetario: «Il lavoro del governo di Madrid sulle riforme è incompleto e sono necessarie misure supplementari».

 

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