Grecia. La vita ai tempi dell’austerity
Il famoso paniere della casalinga non si riempie più facilmente come prima della crisi. Le cifre parlano chiaro: solo il 12 per cento dei consumatori spende più di cento euro al supermercato. E anche chi ci va molto spesso evita gli articoli di marca e sceglie prodotti generici. Il rapporto dell’istituto Mrb è inequivocabile: su un campione di 11mila persone il paniere della casalinga 2010 è molto diverso da quello dell’anno precedente. I consumatori scelgono prodotti come le patate, il riso e la farina, e il 40 per cento di loro ha smesso di comprare le grandi marche di detersivi. Solo i prodotti biologici sembrano tenere, così come la frutta e la verdura di origine nazionale.
La crisi ha dato un serio colpo allo stereotipo del greco che si diverte e fa tardi tutte le sere. Adesso molti greci hanno ritrovato la gioia del cocooning ed evitano di andare al ristorante. Un serio problema per il presidente dell’Unione dei ristoranti greci: “Ci sono dei giorni in cui non abbiamo neanche un cliente”. Nel suo ristorante al Pireo l’atmosfera è sempre più pesante: “lunedì in cassa c’erano 350 euro, martedì 230 e mercoledì 400, ma le spese quotidiane di base sono 1.500 euro”. Il presidente dell’associazione stima che il fatturato dei commercianti si sia ridotto del 55 per cento e afferma che tutti sperano in una buona stagione turistica. Nel frattempo quasi seimila ristoranti hanno già chiuso i battenti. Ed entro la fine dell’anno ne chiuderanno altri 20-25mila. Anche la ristorazione economica è in crisi, con una riduzione del 30-35 per cento.
Per i problemi di salute, “vedremo più avanti”. Questa osservazione è sempre più frequente fra i greci. Chi avrebbe mai creduto a una cosa del genere in un paese come la Grecia, regno degli ipocondriaci dove i farmaci si vendono come il pane? L’acquisto di vitamine e di antibiotici si è sensibilmente ridotto; le analisi del sangue, le radiografie e le mammografie sono state rinviate a data da destinarsi, così come gli interventi alla cistifellea.
Il discorso è simile per quanto riguarda le bollette dell’elettricità . I greci non possono più pagarle e colgono l’occasione per “dimenticarle”. La compagnia elettrica nazionale ha annunciato che le fatture non pagate ammontano a 200 milioni di euro. E non è finita qui. Anche se fra i lati positivi si può osservare che i greci prendono sempre meno la macchina per spostarsi, la situazione è particolarmente grave nel campo dell’istruzione. Le lezioni private, vera e propria istituzione in Grecia dove servono a colmare le lacune di un sistema educativo poco efficiente, sono in netto calo. Per Giorgos Petropoulos, dell’Unione delle lezioni private, “la riduzione è del 40 per cento. Si tratta di un dato preoccupante, soprattutto per i primi anni di liceo”.
I greci cercano di spendere sempre di meno. Per bere un caffè i pensionati si danno appuntamento nei centri per anziani ed evitano i bar di Atene diventati troppo cari. Nei supermercati tutti cercano i primi prezzi, mentre gli altri prodotti sono completamente ignorati. (traduzione di Andrea De Ritis)
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