Goghi la pasionaria «Senza risposte non ci muoviamo»

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Si va a oltranza?
Non andremo via fino a quando questo problema non sarà  risolto. E non si pensi che abbiamo demandato alle istituzioni di cercarci un nuovo lavoro. Questa è una lotta che ha un obiettivo preciso: quelli rimasti fuori dalla fabbrica devono tornare dentro. Tutti insieme, con il contratto nazionale.
Di fronte al vostro caso, che va avanti da sette lunghi mesi, come reagisce la città ?
Gli studenti ci hanno subito detto che sono al nostro fianco. Ci hanno chiesto che cosa dovevano fare per sensibilizzare l’opinione pubblica. Tanti altri all’inizio non si sono accorti di nulla, solo ora che siamo qui da giorni si fanno vivi per darci la loro solidarietà . Alcuni hanno anche pensato che stavamo facendo uno sbaglio. Ora però si sono ricreduti. Hanno capito che non stiamo chiedendo la luna, ma solo i nostri diritti.
Questa storia poteva andare in un altro modo? 
Non credo. Certo, se l’azienda fosse stata in crisi, anche noi ci saremmo presi le nostre responsabilità . Potevamo capire il momento difficile, e comportarci di conseguenza. Ma non è così, anzi i loro affari vanno a gonfie vele. Per il resto, quando eravamo in sciopero della fame e della sete e le istituzioni ci hanno detto di fermarci, ci siamo fermati. Quando eravano ai cancelli della fabbrica e ci hanno detto di allentare la pressione per metterci tutti davanti a un tavolo, lo abbiamo fatto. Noi abbiamo ascoltato. Invece l’azienda non ha ascoltato, e non sta ascoltando, nessuno.
Ora anche le istituzioni mostrano di essere al vostro fianco.
Anche loro si sono accorte che c’è chi non rispetta la parola data. Non è stato facile convincerle, all’inizio sembravano piuttosto fredde di fronte alla nostra mobilitazione. Ora hanno cambiato idea. Perché hanno toccato con mano: quando l’azienda dice di non voler riconoscere l’ente Provincia come sede di confronto, automaticamente l’offende. Perché è qui, in palazzo Allende, che si trattano i problemi del lavoro dell’intera provincia di Reggio Emilia.


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