Giovannini (Istat): è allarme occupazione giovanile, in due anni persi 482mila posti

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Perde il posto anche chi ce l’ha fisso
In termini relativi, la flessione dell’occupazione giovanile (pari all’8% nel 2009 e al 5,3% nel 2010) è stata oltre cinque volte più elevata di quella complessiva. Tra il 2008 e il 2010 quindi il tasso di occupazione degli under 29enni si è contratto di circa sei punti percentuali, scendendo al 42 per cento. «Se nel 2009 – ha spiegato Giovannini – erano stati colpiti dalla crisi soprattutto i giovani lavoratori atipici (dipendenti a termine e collaboratori), nel 2010 sono quelli standard (a tempo pieno e durata non predeterminata) a mostrare il calo maggiore.

Al Nord il calo maggiore dell’occupazione giovanile
Giovannini ha sottolineato come quasi la metà  della caduta dell’occupazione sia avvenuta al Nord (-237mila unità , il 49,2% della riduzione totale), ma in termini percentuali la discesa è stata maggiore nelle regioni del Sud (-16,3%, contro il -12,2% del Nord, e il -9,2% del Centro).


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Il dato è riferito al primo trimestre rispetto allo stesso periodo 2009. L’aumento congiunturale è invece dello 0,7%. Meglio l’industria (+4,1%) dei servizi (+3,2%). Il dato più positivo è nel settore dell’estrazione di minerali (+15%)

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