by Sergio Segio | 29 Giugno 2011 15:30
ROMA – La Fiom non accetta l’intesa sui contratti e la rappresentanza siglata ieri sera da Confindustria e dai sindacati confederali, Cgil compresa, e chiede che i lavoratori siano chiamati al voto. “Non siamo d’accordo e chiediamo che ci sia un pronunciamento dei lavoratori o almeno degli iscritti. A loro diremo che questo accordo non ci piace e non andrebbe firmato – ha detto il segretario generale dell’organizzazione dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini – Lo consideriamo un accordo in cui la Cgil arretra le sue posizioni e cede su dei punti non cedibili”. L’intesa è la prima sottoscritta anche dal maggiore sindacato italiano dopo due anni di accordi separati.
“In particolare – ha aggiunto Landini – sul fatto che manca il voto dei lavoratori per approvare gli accordi e sul fatto che si apre alla derogabilità del contratto nazionale attraverso accordi aziendali, tra l’altro decisi non dai lavoratori ma dalla maggioranza delle rsu o addirittura delle rsa”. Il leader dei metalmeccanici della Cgil considera “pericolosa anche l’apertura sulle tregue sindacali, perché condiziona e vincola tutti. In tutto questo non è mai previsto il voto dei lavoratori: questo è un punto negativo dell’accordo”.
“Non ho alcuna intenzione, finché sono segretario generale della Fiom, di non applicare lo statuto della Cgil e della Fiom”, ha assicurato Landini ricordando che “lo statuto della Cgil prevede che gli accordi siano anche validati dai lavoratori. Nello statuto della Fiom, approvato dalla Cgil, noi abbiamo l’obbligo di sottoporre a referendum le piattaforme e gli accordi”.
La discussione all’interno del sindacato sarà più ampiamente affrontata domani, al comitato centrale della Fiom: “Pensiamo che in quella sede saranno valutate e previste tutte le decisioni necessarie”, ha concluso il segretario generale della Fiom
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