Coordinamento Intercear, un nuovo “attore” per le politiche nazionali

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FIRENZE – Si chiama Intercear ed è il coordinamento degli enti ausiliari regionali. In altre parole, il “Coordinamento nazionale dei coordinamenti degli enti autorizzati e accreditati” che, nelle singole regioni, raccolgono appunto gli enti che si occupano di tossicodipendenza. 
L’Intercear si è costituito da pochissimo tempo, il 31 marzo scorso, su iniziativa tra l’altro del Ceart, il coordinamento toscano (ma sono sette quelli che hanno sottoscritto l’atto costitutivo), uno dei primissimi in Italia. E proprio la Toscana (Grosseto) ha ospitato il 16 e 17 giugno scorsi la prima assemblea nazionale, dal titolo “Dipendenze: legislazioni e sistemi di accreditamento nelle regioni italiane – Esperienze e storie dei Coordinamenti enti ausiliari”.
Con il convegno, l’Intercear ha voluto realizzare un momento di confronto per scambiare esperienze e conoscenze e permettere a operatori e volontari operanti sul territorio nazionale di conoscersi. Un momento di riflessione riguardante soprattutto la legislazione e i sistemi di accreditamento dei Coordinamenti locali, presenti in una quindicina di regioni italiane: Emilia Romagna, Sicilia, Sardegna, Lazio, Campania, Piemonte, Lombardia, Liguria, Calabria, Valle D’Aosta, Marche, Veneto, Puglia, Trentino e Umbria.

“Il 26 giugno si celebra la Giornata mondiale contro la droga – sottolinea il coordinatore di Intercear, Umberto Paioletti – e quest’anno l’appuntamento porta con se questa importante novità , vale a dire proprio la creazione del Coordinamento. Uno strumento che ci consente di verificare quello che sta succedendo nelle singole regioni in tema di dipendenze. Perché il fatto strano è che, a 150 anni dall’unità  d’Italia, emerge che ci sono ancora differenze enormi tra i vari territori in tema di accreditamento e modalità  operative. In termini economici, poi, non si capisce come si possano avere capacità  di risposta diverse a problematiche identiche”.
Numerose, in effetti, le questioni che i coordinamenti regionali si trovano ad affrontare: dalla situazione dell’accreditamento alle politiche riguardanti le tossicodipendenze. C’è, poi, proprio la questione della disparità  e delle discrepanze nord-sud in tema di rette e della necessità  di una omogeneizzazione del sistema. Serve capacità  di intervento, dunque, una capacità  che le singole associazioni in passato hanno avuto difficoltà  a mostrare. I coordinamenti regionali hanno sopperito a questa mancanza, superando anche diversità  storiche e ideologiche, tanto da divenire interlocutori degli enti regionali. Ma serviva un ulteriore salto di qualità .
Da qui la nascita di Intercear, che da una funzione “sindacale” dovrà  poter passare anche a un ruolo “politico” attivo. Un’aspirazione sottolineata con forza anche da Paioletti: “Il nostro interlocutore naturale è la Conferenza delle regioni. Non abbiamo una richiesta in particolare, quello che vogliamo è attivare un processo”.
Un modo per poter partecipare alla progettazione e alla programmazione degli interventi a livello nazionale. “Proprio così – sottolinea ancora Paioletti -. Il nostro obiettivo è quello di diventare interlocutori per sviluppare insieme possibili soluzioni al tema delle dipendenze. E sottolineo ‘dipendenze’: il fenomeno infatti si è fatto più grande e delicato rispetto a quello tradizionale delle ‘tossicodipendenze’. Sono necessarie allora attenzioni particolari. E nuove energie. Perché non è più solo un fatto emergenziale”.

Nel breve periodo, il Coordinamento nazionale dovrà  inoltre attivarsi, da statuto, per promuovere e sostenere la costituzione di coordinamenti in quelle regioni dove non sono ancora costituiti, nonché organizzare attività  di ricerca, incontri di studio, seminari e corsi di formazione riguardanti proprio il campo delle tossicodipendenze. In questo senso, visto il successo dell’incontro tenutosi il 16 e 17 giugno, un altro incontro è stato già  fissato per il mese di settembre.


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