Caro Bumby, figlio mio, un giorno capirai tutto

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Touton ebbe un ruolo importante negli anni formativi della vita di Bumby e quando c’era troppa gente alla Closerie des Lilas lo portavo in giro in carrozzina o più tardi andavamo a piedi al caffè in Place St-Michel dove lui studiava la gente e la vita indaffarata di quella parte di Parigi dove io scrivevo le mie cose con un café crème. Ciascuno aveva il suo caffè privato dove non invitava mai nessuno e dove andava a lavorare, o a leggere o a guardare la posta. Bumby cresciuto e diventato un ragazzino parlava un eccellente francese e, poiché era stato abituato a starsene assolutamente quieto e a non far altro che studiare e osservare mentre io lavoravo, quando vedeva che avevo finito mi confidava qualcosa che aveva imparato da Touton.
«Tu sais, Papa, que les femmes pleurent comme les enfants pissent?»
«Te l’ha detto Touton?»
«Dice che un uomo non dovrebbe mai dimenticarselo».
In un’altra occasione mi disse: «Papa sono passate quattro poules mentre lavoravi che non erano niente male».
«Che cosa ne sai tu di poules?»
«Niente. Le guardo. Uno le guarda».
«Che cosa ne dice Touton?»
«Che non bisogna prenderle sul serio».
«Che cos’è che bisogna prendere sul serio?»
«Vive la France et les pommes de terre frites».
«Touton è un grand’uomo» dissi.
«E un grande soldato» disse Bumby. «Mi ha insegnato molto».
«Io lo ammiro moltissimo» dissi.
«Ti ammira anche lui. Dice che fai un métier molto difficile. Dimmi Papa è difficile scrivere?»
«Qualche volta».
«Touton dice che è molto difficile e che devo sempre averne rispetto».
«Tu ne hai rispetto».
«Possiamo passare dalla libreria di Silver Beach andando a casa?»
«Passeremo di lì e poi devo portarti a casa in tempo per il pranzo. Ho promesso di andare a pranzo con della gente».
«Gente interessante?»
«Gente» risposi.
Era troppo presto perché mettessero in acqua le barche nei giardini del Luxembourg e così non ci fermammo a guardare e quando arrivammo a casa Hadley e io avevamo litigato per qualcosa riguardo la quale lei aveva avuto ragione e io avevo avuto torto sul serio.
«La mamma è stata cattiva. Papa l’ha sgridata» annunciò Bumby in francese con grande importanza ancora sotto l’influenza di Touton. Dopo che Scott aveva preso con buona frequenza a capitare lì ubriaco Bumby mi chiese molto seriamente una mattina quando lui e io avemmo finito di lavorare insieme al caffè di Place St-Michel: «Monsieur Fitzgerald è ammalato Papa?».
«È ammalato perché beve troppo e non riesce a lavorare».
«Lui non ha rispetto per il suo métier?»
«Madame sua moglie non ne ha rispetto o ne è invidiosa».
«Lui dovrebbe sgridarla».
«Non è così facile».
«Ci incontriamo con lui oggi?»
«Sì, credo di sì»
«E andrà  avanti a bere tanto?»
«Ha detto che non dovremmo bere».
«Darò io il buon esempio».
Quel pomeriggio quando Scott e io ci incontrammo con Bumby in un caffè neutrale era un giorno in cui Scott non beveva e ordinammo una bottiglia d’acqua minerale ciascuno.
«Per me una demi-blonde» disse Bumby.
«Lasci che il bambino beva birra?» chiese Scott.
«Touton dice che un pochino di birra non fa male a un ragazzo della mia età » disse Bumby. «Ma faccia un ballon».
Un ballon era solo un mezzo bicchiere di birra.
«Chi è questo Touton?» chiese Scott.
Gli raccontai di Touton e di come avrebbe potuto saltar fuori dalle memorie di Marbot oppure di Ney, se questi avesse scritto le sue, e che incarnava il vecchio establishment militare francese che era stato distrutto più volte ma che ancora esisteva. Scott e io parlammo delle campagne napoleoniche e della guerra del 1870 che lui non aveva studiato e io gli raccontai alcune storie di ammutinamento nell’esercito francese e di come uomini dello stampo di Touton fossero un anacronismo ma anche una cosa di assoluto valore. Scott era appassionatamente interessato alla guerra 1914-18 e dal momento che avevo molti amici che vi avevano combattuto e qualcuno che aveva visto parecchie cose nei dettagli, queste storie gli fecero una grande impressione. Il discorso era ben al di là  della portata di Bumby ma lui ascoltava attentamente e più tardi quando avevamo parlato di altre cose e Scott se n’era andato, pieno di acqua minerale e del proposito di scrivere bene e sinceramente, chiesi a Bumby perché aveva ordinato una birra.
«Touton dice che un uomo deve prima di tutto imparare a controllarsi» disse. «Ho pensato che potevo dare il buon esempio».
«Non è così semplice» gli dissi.
«Neanche la guerra è semplice vero Papa?»
«No. Molto complicata. Per adesso credi a quello che dice Touton. Più avanti scoprirai molte cose per conto tuo».
«Monsieur Fitzgerald è stato mentalmente demolito dalla guerra? Touton mi ha detto che a molta gente è successo».
«No. Lui no».
«Sono contento» disse Bumby. «Può essere qualcosa di passeggero».
«Non sarebbe una disgrazia se fosse stata la guerra a demolirlo mentalmente» dissi. «Molti dei nostri buoni amici lo sono stati. Poi qualcuno si è ripreso e ha fatto delle belle cose».
«Touton mi ha spiegato che essere mentalmente demolito non è questione di disgrazia. C’era troppa artiglieria in quest’ultima guerra. E i generali erano tutti bestie».
«È molto complicato» dissi. «Un giorno capirai tutto per conto tuo».
«Intanto è bello che noi non abbiamo problemi di nostro. Non grossi problemi. Hai lavorato bene oggi?»
«Molto bene».
«Sono contento» disse Bumby. «Non ti posso aiutare in qualcosa?»
«Tu mi aiuti molto».
«Povero Monsieur Fitzgerald» disse Bumby. «È stato molto bravo oggi a restare sobrio e a non darti fastidio. Andrà  a finire tutto bene per lui Papa?»
«Lo spero» dissi. «Ma ha dei problemi molto gravi. A me sembra che abbia dei problemi quasi insormontabili come scrittore».
«Sono sicuro che li sormonterà » disse Bumby. «È stato così gentile oggi e così giudizioso».
Traduzione di Luigi Lunari


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