Bologna sfonda già il tetto Prodi: “Segnale politico forte”
BOLOGNA – Alle 22 di ieri a Bologna aveva votato il 53,7 per cento. Il quorum, italiani all’estero permettendo, sembrava dunque già raggiunto. Un risultato ancora superiore a Reggio Emilia, mentre a Firenze si arrivava a 52,6, superando anche qui la soglia minima dei votanti. Un risultato auspicato poche ore prima da Romano Prodi, all’uscita del seggio. «Raggiungere il quorum sarebbe un risultato importante, un segnale politico forte di fronte a una parte notevole di forze politiche che invita a non votare», ha detto l’ex premier dando voce allo stato d’animo di tanti italiani che ieri sono andati alle urne, con il fiato sospeso per il raggiungimento del quorum.
Poco dopo le 13.15 il professore era arrivato al seggio del Liceo Galvani con la moglie Flavia, dopo aver salutato in piazza Maggiore gli amici della carovana ciclistica Milano-Roma organizzata dal Touring Club. Prodi si è fermato a guardare la lavagna dell’aula adibita a seggio dove era registrata la percentuale dei votanti, che registrava alle 12 un afflusso del 15%. «Qui non è molto alta» dice agli scrutatori che quasi giustificandosi rispondono: «Sì, ma questo è un seggio un po’ particolare». Prima di arrivare però ha visto le percentuali nazionali e quelle bolognesi, che superavano già di 3 punti percentuali le affluenze delle ultime amministrative, e le ha giudicate incoraggianti.
«Questo referendum è su temi che interessano molto alle persone, dal nucleare all’acqua – ha detto dopo aver votato – in questi giorni si è dimostrata una forte sensibilità , anche di fronte a una parte notevole della politica che invitava a non andare a votare. Per questo raggiungere il quorum assumerebbe un significato politico forte». Prodi non ha voluto parlare di «spallata» al Governo, e ha alzato una mano per indicare di non andare oltre con i ragionamenti e le domande, ma è chiaro che ormai la partita non è più solo sul nucleare e sull’acqua. I temi sono diventati il banco di prova di una sensibilità politica.
Anche il sindaco Virginio Merola, già al voto alle 9 di ieri mattina in via Muratori, era ottimista e anche un po’ incredulo di fronte alla piccola fila del seggio a fianco al suo. «Oggi è una bella giornata, ce la possiamo fare – ha detto guardando le persone che aspettano di votare – certo che la fila non me l’aspettavo, magari sono persone che si vogliono sbrigare presto per poi partire». Una prudenza tutta scaramantica perché, percentuali alla mano, sembra che in molti abbiano seguito, come Merola, le indicazioni del segretario Pd Pier Luigi Bersani. Andare a votare presto, per incoraggiare anche gli altri nella rincorsa al quorum.
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