BOLOGNA. Scuole private, no al referendum sui fondi
L’ha deciso il comitato dei garanti che si è spaccato sul quesito proposto dal Comitato articolo 33, realtà che raccoglie sindacati, associazioni, singoli cittadini. Tre a due è stato il voto dopo una riunione fiume e giorni pieni di tensioni e di polemiche sulla stampa cittadina. Il Comitato non si arrende e già oggi deciderà le prossime mosse ma spiega che le motivazioni dei garanti concentrate in un comunicato di dieci pagine sono «inconsistenti». Praticamente i tre garanti che hanno votato contro hanno stabilito che il quesito referendario, sebbene si tratti di un referendum consultivo, sarebbe in contrasto con il principio costituzionale della sussidiarietà . Due di questi sono stati nominati in quota centro destra, Roberto Nania e Girolamo Carullo, l’altro è Antonio Sciullo che dovrebbe essere la figura bipartisan . A favore del quesito hanno votato i due nominati in quota centro sinistra: Piergiovanni Alleva e Giovanna Endrici. E Alleva, giuslavorista negli ultimi tempi molto vicino alla Fiom, commentando la decisione a margine si è lasciato scappare che se i suoi colleghi avessero ragione «siamo al trionfo della scuola confessionale». Dalla politica sono arrivate le prevedibili reazioni di esultanza dell’Udc e di organizzazioni come le Acli e di sindacati come la Cisl. Ma il Pd è sempre stato particolarmente tiepido verso la mossa dei referendari e non c’è dubbio che molti tra i democratici bolognesi siano stati contenti della pronuncia dei garanti. Su tutti il sindaco Virginio Merola che non aveva mai fatto mistero di non voler toccare i finanziamenti alle private, giusto l’altro ieri è stata approvata la proroga della convenzione da 1 milione e 55 mila euro mentre i bimbi fuori dalle graduatorie sono quasi 300.
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