Batterio killer. Amburgo, la città  della paura

by Sergio Segio | 7 Giugno 2011 17:51

Loading


[1]

A poco a poco l’insalata sparisce dalla città . I ristoranti sostituiscono il verde contorno con una fetta di melone sul bordo del piatto. Ora nei sandwich e nei panini è il prezzemolo a dare l’indispensabile nota di colore. ‘Non dobbiamo più prendere insalata’, dice una rivenditrice. Anche i pomodori stanno sparendo. Sul classico Kà¤sesemmel [panino con formaggio e pomodoro] adesso sono i peperoni rossi ad averne preso il posto. Fuori della città , i contadini riportano ai campi cassette piene di rucola e lattuga come scarti. Tornano dal mercato, dove non hanno venduto niente.

Da quando è scoppiata la psicosi Ehec, ad Amburgo infuria la guerra delle verdure. Il raccolto tedesco va difeso dai prodotti stranieri, sui banchi del mercato campeggiano i cartelli  “prodotto del giorno” sopra insalate che nessuno vuole. Nel quartiere di Lohbrà¼gge, per esempio, il mercato è animato come sempre, ma i dialoghi sembrano usciti da un film catastrofico. “Siamo ancora vivi“, dice a denti stretti la titolare di un bancone di verdura locale.

Tutta roba coltivata in proprio, nessuno si è ammalato e ovviamente nessuno è morto. Dovrebbe bastare come prova. Eppure i cetrioli rimangono pesanti come il piombo nelle loro cassette. La gente non li vuole neanche a prezzi stracciati: 40 centesimi l’uno, tre per un euro. “Siamo molto insicuri”, dice un’anziana cliente al bancone di fronte.  “Se mi ammalo dirò a tutti che ho comprato qui”, informa minacciosa il venditore,  poi si fa preparare una confezione di insalata d’aringhe.

È tutto sottosopra. La parola insalata suona come uno sparo. Improvvisamente mangiare sano è diventato poco salutare. Il mondo ha paura delle verdure tedesche, impone controlli alla frontiera, come gli Usa, o divieti, come la Russia; ma i tedeschi si sentono al sicuro dal batterio killer solo comprando la verdura locale. Su internet i gestori dei mercati tengono in vita una leggenda già  superata. Nell’homepage del mercato ortofrutticolo di Amburgo si legge ancora: “siamo lieti di spiegarvi perché è possibile – anzi: consigliabile – comprare frutta e verdura fresca al mercato: il batterio dell’Escherichia coli è stato individuato nei cetrioli spagnoli”.

Da qualche parte dovrà  pure venire. Si respira un’aria da Fukushima: qualcosa che non puoi vedere, né sentire, né odorare. Qualcosa che in Germania ha colpito almeno 2.500 persone. È tra noi, per questo abbiamo paura. L’ex commissario degli archivi della Stasi Joachim Gauk ha già  diagnosticato ai tedeschi una “vera e propria dipendenza dalla paura”.

Ma è davvero così strano essere spaventati? L’altro ieri c’era la diossina nei mangimi animali, ieri è esplosa una centrale nucleare e oggi si diffonde un batterio che gli scienziati non avevano mai visto prima. I prodotti alimentari viaggiano dappertutto, apparentemente senza lasciare traccia. E le persone, tutte potenziali vittime, non possono far altro che aggirare ostacoli invisibili. Tolgono l’insalata dai panini, mangiano la pizza senza pomodori, comprano le zucchine al posto dei cetrioli.

Area di crisi

Per essere una città  nel panico, Amburgo ha vissuto un fine settimana magnifico. Migliaia di persone si sono riversate in centro in abiti estivi, affollando i caffè nelle strade, mangiando nei ristoranti. Nessuno indossava la mascherina o si è nascosto in casa per proteggersi dal batterio. La paura si rivela nei dettagli, ad esempio nelle bottigliette blu di disinfettante che adesso in ogni toilette pubblica hanno sostituito il sapone. O nelle code davanti agli ambulatori dove si dona il sangue: basta appena, e presto potrebbe servirne di più. Il sindaco Olaf Scholz si è appellato ai cittadini, ha chiesto di andare a donare. L’insufficienza renale è uno dei terribili effetti dell’infezione.

Amburgo è la città  tedesca dove l’Ehec ha fatto più vittime. Gli ospedali sono pieni, l’ha dovuto ammettere anche Daniel Bahr. Domenica il giovane ministro della sanità  è arrivato ad Amburgo, nella clinica universitaria di Eppendorf, per “farsi un’idea delle cure riservate ai pazienti”. Muoiono i soldati in Afghanistan e arriva il ministro della difesa. Deraglia un treno Ice e arriva il ministro dei trasporti. Scoppia un’epidemia e arriva il ministro della sanità . Dopo la visita di Bahr in qualche modo anche Amburgo è diventata ufficialmente un’area di crisi.

Ora è in gioco la reputazione della città . Il batterio ha l’immagine di un criminale. La scorsa settimana il capo della polizia ha proposto ai politici di impiegare le forze dell’ordine. Il ricercato è un nemico invisibile. (traduzione di Nicola Vincenzoni)

Post Views: 179
Endnotes:

  1. : http://www.presseurop.eu/it/content/author/698341-ralf-wiegand

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/06/batterio-killer-amburgo-la-citta-della-paura/