by Editore | 1 Giugno 2011 7:47
L’assemblea ha votato il bilancio 2010 chiuso con un utile di 1 milione e 32mila euro che sarà destinato per il 10% in beneficenza a favore della Fondazione Culturale Responsabilità Etica. Il bilancio evidenzia anche un consistente incremento dei volumi: la raccolta diretta ha raggiunto quota 660mila euro (+4,4% rispetto al 2009, mentre la media per il sistema bancario italiano rilevata dall’ABI è stata del 2%) e gli impieghi sono a quota 440mila euro (+ 24% sul 2009, rispetto a una media del sistema bancario italiano rilevata dall’ABI pari a un + 7,9%). Pienamente soddisfacenti anche i risultati dei fondi comuni di investimento etici di Etica sgr che hanno visto un aumento della raccolta di risparmio pari al 31,8%.
I dati sui primi mesi del 2011 confermano il trend positivo: continua la crescita dei soci, del capitale sociale e dei volumi della prima banca in Italia interamente dedita alla finanza etica e a dare credito alle iniziative di economia civile e solidale mirate al bene comune. «L’economia italiana mostra ancora una domanda interna debole, una crisi occupazionale e un arretramento del reddito delle famiglie – ha detto il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri nella sua relazione – sottolineando che la crisi ha portato a manovre economiche che impattano negativamente su politiche sociali, ricerca, istruzione, enti locali e cooperazione allo sviluppo. Per questo Banca Etica sente di avere il compito di fare uno sforzo in più per sostenere le cooperative, le associazioni e tutte le imprese sociali che lavorano per dare risposte a esigenze di welfare e di tutela dell’ambiente sempre più lasciate scoperte dal settore pubblico».
Biggeri ha quindi ricordato a tutti i soci l’importanza della campagna di capitalizzazione in corso: «Capitalizzare la Banca significa rafforzarla dal punto di vista patrimoniale permettendole di assorbire i rischi connessi all’operatività e di sviluppare i volumi: in poche parole per ogni 1000 euro di nuovo capitale sociale conferito dai soci la Banca potrà erogare 12mila euro di prestiti in più alle imprese sociali. Stiamo inoltre lavorando a un rafforzamento del ritorno mutualistico per chi investe in Banca Etica». Il presidente ha anche ricordato come nel corso del primo anno di lavoro del nuovo consiglio di amministrazione siano state avviate operazioni importanti come il radicale ripensamento dell’organigramma della banca e dell’organizzazione interna che porterà a un notevole recupero di efficienza.
Il direttore generale, Mario Crosta, ha evidenziato come la Banca Etica stia riuscendo a mantenere un livello decisamente contenuto di sofferenze, ferme allo 0,39% dei finanziamenti in essere contro il 2% della media del sistema bancario italiano. «Nel 2010 abbiamo lanciato nuovi prodotti con una particolare attenzione al web e all’operatività a distanza: oltre al Conto In Rete è già sul mercato anche Fund Facility: una piattaforma informatica che semplifica la gestione della raccolta fondi e degli incassi per le associazioni e le cooperative. Prosegue anche il piano di crescita della rete commerciale: alle 14 filiali già esistenti si aggiungeranno nel corso del 2011 le nuove aperture di Ancona e Trieste».
L’assemblea dei soci ha anche votato per il rinnovo del Comitato Etico, organo più che mai centrale in Banca Etica, incaricato di presidiare la coerenza con la mission. Ecco i membri del Comitato Etico, in ordine alfabetico: Giovanni Acquati, Leonardo Becchetti, Tiziana Bonora, Claudio Ferrari, Marina Galati, Pasquale Iorio e Ercole Ongaro. Nel corso della prima riunione i membri del comitato eleggeranno al loro interno il presidente.
La scorsa settimana è stato dato l’avvio al programma di microcredito voluto dalla Provincia di Carbonia Iglesias e realizzato in collaborazione con Banca Popolare Etica per favorire l’occupazione e l’avvio di piccole imprese nel territorio. La provincia conta 130 mila abitanti e 30 mila disoccupati ed è una di quelle che maggiormente ha subìto la crisi finanziaria, diventando la provincia italiana con il più basso PIL pro capite. Per contribuire a fronteggiare questa difficile situazione la Provincia ha deciso di ricorrere al microcredito e di disporre un fondo di garanzia di 145mila euro. Banca Etica erogherà prestiti per un valore complessivo pari al doppio del fondo di garanzia stanziato dalla Provincia nel primo anno di applicazione del protocollo di intesa (il moltiplicatore è dunque inizialmente di 1 a 2 per un totale di 290mila euro erogabili), per poi arrivare a un moltiplicatore di 1 a 3 nel secondo anno e di uno a 4 nel terzo anno.
I prestiti avranno un importo compreso tra i 5mila e i 15mila euro da rimborsare in un massimo di 7 anni a condizioni agevolate. Potranno accedervi giovani tra i 18 e i 36 anni, donne e persone svantaggiate che abbiano un’idea imprenditoriale, le competenze per realizzarla, ma siano prive di quelle garanzie patrimoniali necessarie per accedere a prestiti bancari tradizionali.
«Il carattere innovativo del microcredito sta nel fatto che non si interviene con una forma di assistenzialismo, ma dando alle persone un’opportunità per rimettersi in gioco e per mettere a frutto le proprie capacità e competenze. Per questo uno degli elementi chiave del progetto sta nell’accompagnamento che viene offerto ai beneficiari che potranno contare su un servizio di assistenza sia nella fase preliminare di presentazione della domanda e predisposizione del progetto di impresa, sia nella fase successiva di start-up e consolidamento dell’attività » – ha coommentato Mario Crosta, direttore generale di Banca Etica.
«Nello spirito della mission di Banca Etica – aggiunge il referente regionale di Banca Etica per la Sardegna, Carlo Usai – particolare attenzione sarà dedicata al finanziamento dei progetti micro-imprendiotoriali che abbiano una chiara vocazione sociale: servizi di assistenza all’infanzia, agli anziani o alle persone svantaggiate. L’esperienza di banca Etica sul territorio nazionale dimostra infatti come gli investimenti in questi settori siano in grado di avviare un circolo virtuoso a beneficio di tutto il territorio coinvolto».
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