Arriva il glossario. E mette al bando la parola “clandestino”

by Editore | 16 Giugno 2011 8:58

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ROMA – Un vero e proprio dizionario in trecento parole, tradotte nelle principali lingue dell’Unione europea, per mettere fine alla Babele del linguaggio legato all’immigrazione. È stato presentato oggi a Roma il Glossario dei termini in materia di immigrazione e asilo, realizzato dall’European migration network (Emn), che in Italia fa capo al ministero dell’Interno, con il supporto tecnico dei redattori del “Dossier Statistico Immigrazione” Caritas/Migrantes. 

Quella in italiano è la seconda versione del volume che a breve verrà  tradotto e diffuso in tutti gli stati europei.“È dal 2005 che stiamo lavorando a questo glossario, che vuole creare una piattaforma comune tra i paesi membri sui termini dell’immigrazione- spiega Antonio Ricci, curatore del testo- Abbiamo usato come criterio l’acquis communautaire e le definizioni contenute nella normativa europea“. Per questo all’interno del volume alcune parole non sono presenti, mentre per altre viene suggerito un uso ponderato. “Il termine clandestino, che non ha valore giuridico e che non viene utilizzato dagli altri pesi dell’Unione, non è presente – aggiunge Ricci – C’è invece la definizione di migrante irregolare”. Non solo, ma secondo il curatore del volume è necessario fare attenzione anche ad altri termini come “rimpatrio”. “Questo termine – afferma – viene usato anche nel caso delle espulsioni, ma non è corretto. Per rimpatrio si intende, infatti, il diritto di un rifugiato o di un prigioniero di guerra di tornare al suo paese”. 

Il Glossario, nato per favorire un discorso corretto sul tema delle migrazioni e facilitare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri, presenta per ogni termine non solo la traduzione nelle diverse lingue ma anche la fonte giuridica di riferimento e le definizioni correlate. Destinatari del volume sono tutti coloro che si occupano di questi temi, dai politici ai giornalisti ai mediatori culturali “È uno strumento che permette di tradurre correttamente il linguaggio sull’immigrazione ed è importante perché un errore su questi termini può influire sulla vita delle persone”, sottolinea Lucio Battistotti, direttore della rappresentanza in Italia dell’Unione europea. Anche Angelo Malandrino, direttore centrale per le Politiche dell’immigrazione e asilo del ministero dell’Interno, ha ribadito l’importanza di un lavoro che “getta le basi per una corretta comprensione tra gli Stati membri, nell’auspicio che ci sia presto un governo effettivo dell’Europa sui temi dell’immigrazione”. 

Se infatti, in Ue passi in avanti sono già  stati fatti in tema di asilo, secondo Malandrino molto resta ancora da fare sulle politiche dell’immigrazione. “Le politiche di ingresso vengono lasciate alla sovranità  degli stati – aggiunge – ci auguriamo che presto tutto questo sia superato”. 

Infine, il preside della facoltà  di Scienze della comunicazione, Mario Morcellini, ha sottolineato che il significato del glossario è che “incontrarsi a Babele è possibile”, ricordando però come spesso, alla base di una comunicazione non corretta su questi temi, ci sia il sistema dei media. “Questo glossario è necessario perché qualcuno le parole le ha sprecate- ha detto-. Come non accorgersi che sui migranti c’è stato un vero e proprio esercizio della pigrizia da parte del giornalismo italiano? Per questo è sta fatta la Carta di Roma e esiste un osservatorio sui media. Speriamo che questi strumenti servano a non far dormire più i giornalisti”.

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