Armi francesi agli insorti E la risoluzione Onu?

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  Con tanti saluti alla risoluzioni Onu che parlavano di missione per «proteggere i civili». Ieri Le Figaro e lo stato maggiore francese hanno confermato che «ai primi di giugno» la Francia ha paracadutato armi agli insorti di Djebel Nefusa: «armi leggere e mezzi per permettere loro di difendersi» (naturalmente), che per il giornale sono «lanciarazzi, mitragliatrici e missili anticarro» (per difendersi meglio). Gli inglesi fingono di prendere le distanze: «è una cosa che riguarda la Francia» e Londra «non ha alcuna intenzione di dare armi agli insorti», ha detto il sottosegretario alla difesa Gerald Howarth. Di Libia ha parlato anche Obama, solite cose: «Gheddafi se ne deve andare», «il cerchio si stringe», «non ci sono rischi di escalation». In Italia si parla dell’ipotesi di afficancare i nostri bombardieri con i Predator, i droni finora utilizzati solo dagli Usa.
Da Bengasi una notizia in due versioni data dal giornale arabo al Hayat di Londra: il Cnt sta preparando «un commando» per «catturare» Gheddafi (il figlio Saif e il capo dei servizi al Senussi) e «consegnarlo» alla Corte dell’Aja che lunedì ha emesso un mandato di arresto contro i 3. Altra versione, stessa fonte, stesso giornale, e «catturare» è sostituito con «assassinare». Qual è la giusta?
Oggi a Roma (ore 11, piazza Navona manifestazione dei «democratici libici residenti in Italia» per ricordare la strage del carcere di Abu Salim (giugno ’96, 1271 morti), chiedere la liberazione a favore del Cnt dei fondi libici congelati; esprimere «il sincero ringraziamento al popolo italiano e alle sue istitutizioni».


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