Arabia Saudita.Libera la ragazza che ha osato guidare. Costretta a pentirsi, ma altre la seguono

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RIAD – Manal Sharif, la giovane saudita arrestata per essersi messa alla guida di un’auto, rinuncia al ruolo di simbolo della voglia di emancipazione delle donne in Arabia Saudita. Trascorsi nove giorni in carcere e due giorni dopo essere tornata in libertà  su cauzione, con un comunicato pubblicato dal giornale arabo al-Hayat, la giovane  definisce “un errore” il suo gesto e rinuncia all’obiettivo della sua battaglia: la concessione alle donne saudite di prendere la patente, mettersi al volante e muoversi in piena autonomia. Oggi le donne saudite devono pagare un autista per circolare in macchina o, se non hanno i mezzi, possono solo affidarsi alla buona volontà  dei loro familiari maschi per avere un passaggio.

Una battaglia, la patente alle donne, che va ben oltre il discorso mobilità , come spiega emblematicamente la notizia apparsa oggi su un altro quotidiano locale, Okaz: una signora d’affari saudita ha denunciato il proprio autista per stupro. Per questo, l’attivismo delle donne saudite sembra destinato in ogni caso a intensificarsi. In molte, secondo notizie raccolte sul web, sono le donne che in tutto il regno si stanno mettendo al volante per sfidare il divieto, e alcune si filmano e postano il video su internet. Solo una finora è stata fermata, ma la polizia l’ha rilasciata dopo pochi minuti per via dell’età  avanzata. La donna, di oltre 70 anni, è stata fermata nella città  di Bisha e ha dovuto rilasciare una dichiarazione in cui si impegnava a non guidare più. “Chiaramente non era consapevole della controversia in corso – ha scritto il giornale Sharq – Si è mostrata sorpresa e ha detto alla polizia di aver guidato per anni”. Il giornale ha anche pubblicato un nuovo video pubblicato sul web in cui si vedono le immagini di Manal Al Sharif, seguite da quelle di un’altra donna al volante, con a fianco una bambina e quello che sembra un passeggero maschio. “Quale sarebbe il danno se coronassi il mio sogno?”, si legge in sovraimpressione. “Manal Al Sharif, un simbolo per ogni ragazza saudita”.

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Spiegando la sua rinuncia con un comunicato pubblicato da al-Hayat, Manal Sharif si definisce niente altro che “una donna musulmana e saudita impegnata nell’accontentare il suo Signore e ascoltare il proprio paese”. “Continuerò a fare solo questo – aggiunge la ragazza – e chiedo ad Allah di permettermi di seguire saldamente la strada del Corano, della Sunna e del monoteismo”.

Manal era stata arrestata perché alla guida di un’auto nella città  di al-Khobar, nell’est del regno saudita. Una mossa premeditata, come dimostrava il video caricato su Youtube dalla stessa attivista prima dell’arresto e l’apertura di una pagina Facebook nella quale la stessa Sharif chiedeva alle donne del suo paese di accogliere l’invito delle attiviste e sfilare, tutte al volante, il 17 giugno per indurre la famiglia reale ad abrogare il divieto di guida alle donne. Il 17 giugno Manal Sharif non ci sarà , la protesta dovrà  fare a meno di lei, che conclude: “Prometto di non commettere più altri errori”.

E’ fin troppo facile immaginare che la ragazza abbia subìto pressioni, soprattutto in ambito familiare, subito dopo la scarcerazione. Ma a ben altre conseguenze è andata incontro la donna d’affari che ha denunciato il proprio autista per stupro. Come riporta Okaz, la signora, di cui non sono state diffuse le generalità , ha affermato che il suo chaffeur ha abusato di lei fermandosi in una zona industriale della città  santa di Medina, a ovest del Paese, minacciandola con una pistola. L’autista, la cui nazionalità  non è stata precisata, è stato arrestato.


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