Amina, confessa il falso blogger la gay girl era una coppia Usa
Ma l’ultima bufala era troppo grossa perché potesse passare indenne dalle maglie di una Rete che in questo caso sembrava aver assorbito tutto – portando con sé anche la credulità di grandi media che avevano reso Amina una piccola star, intervistandola seppur sempre solo via email. Qualche giornalista più attento ha cominciato a chiedersi come mai nessuno conoscesse Amina nel “mondo reale”, poi è venuto fuori che le foto spacciate dalla blogger erano in realtà quelle di un’ignara ragazza inglese. Piano piano, si sono messi insieme i pezzi informatici, come gli indirizzi proxy da cui Amina postava i blog, per risalire a un unico utente: Tom MacMaster. Americano, attivista pro-palestinese, stanato ormai dalle indagini, ha reso la sua confessione. Lo ha fatto sul blog della ragazza gay di Damasco, intitolando l’ultimo post: “Scuse ai lettori”: «Non mi sarei mai aspettato questo livello di attenzione e non penso di aver fatto del male a nessuno, penso di aver creato una voce importante su questioni in cui credo fermamente (…)».
Ma la Rete sta già dando il proprio responso: una valanga di tweet carichi di delusione, alcuni anche di insulti. E c’è amarezza per il colpo che la grande “famiglia” della blogosfera militante si è sentita infliggere dall’interno. Con una consolazione, non piccola: sono stati gli stessi blogger a svelare l’inganno e a dare ai media tradizionali la chiave di lettura di un moderno intrigo internazionale. Dimostrandosi ancora una volta capace di scavare a fondo, in tempi record.
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