Vegas: “Più difese dalle scalate ostili”
MILANO – L’atteso esordio di Giuseppe Vegas, al suo primo “Incontro annuale con il mercato”, è asciutto: 19 pagine, meno della media, seguite da un intervento sulla governance di Paolo Scaroni (da vicepresidente del London Stock Exchange) e da una studentessa. Il messaggio di Vegas è chiaro: meno regole, sanzioni più graduate, prospetti più snelli e soprattutto misure anti-scalata per le società oggetto di Opa ostili.
Una relazione che parte da Tacito e punta il dito sulla lentezza della «giustizia civile» e sulle troppe norme: «chilometri di leggi» e regolamenti, che non funzionano. Occorre invece semplificare la «disciplina sui prospetti informativi»: una normativa che «non aiuta lo sviluppo del sistema finanziario e può risultare dannosa per la tutela del risparmiatore». Vegas pensa alla «revisione della Direttiva prospetto e il progetto di armonizzazione della disciplina dei prodotti complessi»; per le obbligazioni «da banco» la Consob sta già «riflettendo sulle modalità di semplificazione dei prospetti». Con l’obiettivo di evitare possibili arbitraggi normativi, a favore di operatori esteri o estero-vestiti che poi possano usare il grimaldello del passaporto europeo. Insieme alla semplificazione, occorre intervenire su «un apparato sanzionatorio esorbitante e non proporzionato alla gravità degli illeciti, controproducente». Mettere «sullo stesso piano illeciti “bagatellari” e condotte profondamente lesive» non fa il gioco di nessuno, ricorda Vegas.
Ma la parte più “politica” dell’intervento ha riguardato le regole sull’Opa e le difese delle società dalle scalate ostili: è «cruciale definire norme in materia di Opa in grado di contrastare il rischio di distruzione di valore» e rispetto ad un normativa italiana che ha prediletto e garantito soprattutto la contendibilità delle società «limitando le possibilità di difesa a fronte delle scalate ostili» occorre evitare «l’effetto indesiderato» di accentuare la chiusura degli assetti proprietari delle imprese, con il rischio di ritrovarsi con imprese «costrette al nanismo» mentre sarebbe opportuno dare maggiore disponibilità di strumenti di rafforzamento del controllo (come le azioni a voto multiplo) e aumentando le possibilità di difesa (Vegas ricorda le poison pills). «Ampliare la possibilità di difesa delle società quotate è una strada immediatamente percorribile», ha detto, nel solco della deroghe alla «passivity rule» già varate con le riforme al Testo unico della finanza.
Interventi necessari in un sistema ancora fortemente bancocentrico e caratterizzato da un «sottodimensionamento della borsa italiana», dove è ancora debole il ruolo degli investitori istituzionali. A tal proposito Vegas ricorda le possibili «criticità » nella ripartizione dei compiti tra Consob e Borsa e pensa apertamente alla possibilità di riprendersi l’attività di listing (i collocamenti delle matricole in Borsa) anche se è solo «un’opzione che si sta valutando».
Da oggi scatta invece il conto alla rovescia per le nuove nomine alla Consob. A partire dal direttore generale (Antonio Rosati andrà in pensione a fine giugno): si pensa che il candidato sarà sicuramente interno e, quasi con matematica certezza, Claudio Salini. Il manager potrebbe essere affiancato invece da un vice esterno: la terna di potenziali candidati, stando alle indiscrezioni, sarebbe costituita da Carmine Di Noia (Assonime), Francesco Tuccari (Popolare di Spoleto ed ex Consob) e Stefano Vincenzi (Mediobanca). Possibile anche la nomina dei responsabili della divisione Emittenti (cui potrebbe andare Giuseppe D’agostino) e di quella Mercati di Giovanni Portioli).
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