Una colomba della pace in volo verso Gaza
ROMA – Circa diecimila persone hanno sfilato ieri a Roma dietro la bandiera della Freedom Flotilla – una colomba della pace protesa sull’oceano, disegnata da Vauro – e nel nome di Vittorio Arrigoni, l’attivista ucciso a Gaza dopo il sequestro lampo compiuto da un gruppo «salafita»: «con Vittorio nel cuore», recitava il primo striscione. Una manifestazione indetta per sostenere il gruppo di navi solidali che salperà alla volta di Gaza a fine giugno: nel nome di Vik e anche di Stefano Chiarini, giornalista de il manifesto prematuramente scomparso a cui è dedicata una nave.
In piazza, molte le associazioni umanitarie come Gazzella onlus che si occupa di adozioni a distanza. Tanti i simboli dei gruppi, dei partiti e dei movimenti (da Rifondazione comunista, al Partito dei lavoratori, a quello dei Carc). Qua e là gruppetti di giovani reggono un volantino con un indirizzo Facebook: «Il nostro gruppo – dice Monia -, si chiama Gaza voice ed è nato dopo l’assassinio di Vik, che conoscevamo, per sostenere la Flotilla a cui lui avrebbe dovuto partecipare». Da Pesaro, Aurora e Vincenzo, del Prc, hanno fondato su Facebook il gruppo We are all on the Freedom Flotilla. Stella regge la bandiera del May day – sfondo giallo con una miriade di pesciolini neri – «i movimenti – afferma – sono come tanti piccoli pesci contro un nemico agguerrito, che però si muovono insieme in una successione di piccole conquiste quotidiane. Come i pescatori palestinesi».
Sfilano tutte le organizzazioni palestinesi, che interverranno sul palco a Piazza Navona, a conclusione della manifestazione. Ci sono anche i Comitati refererendari per l’acqua bene comune e contro il nucleare. Sfilano gli Ebrei contro l’occupazione, che durante il corteo sono stati aggrediti verbalmente da un anziano israeliano (ma la situazione è rimasta sotto controllo grazie all’efficienza del servizio d’ordine). Manifestano anche gli Statunitensi per la pace e la giustizia: «Siamo qui – dice Patrick – per protestare contro lo strapotere di uno stato che da sessant’anni si permette di tutto e contro l’inerzia delle potenze internazionali. Contro l’imperialismo europeo che in Libia ha rialzato la testa. Dalla prima guerra contro l’Iraq noi manifestiamo negli Usa. Siamo migliaia ma i giornali non ne parlano».
Vicino alla bandiera dei Carc, c’è il senegalese Madiaw, uno di quelli che dai primi di maggio occupano il Duomo di Massa «Sono venuto – dice – per portare la solidarietà di tutti noi, 311 truffati dalle leggi del governo e colpiti dal reato di clandestinità , ai fratelli palestinesi». Solidarietà contro l’apartheid e l’assedio di Gaza : «Dai paesi arabi all’America latina, la resistenza dei popoli indica che l’umanità si trova al bivio tra socialismo e barbarie – dice Andrea – anche per questo sabato prossimo saremo a Massa per sostenere la manifestazione dei migranti.
Delle rivolte nel mondo arabo parla anche Mamon, giovanissimo palestinese originario di Bisan: una città occupata dal ’48 che non ha mai visto perché è nato profugo in Giordania: «Domani (oggi, ndr) è il giorno della Nahba – dice -, la catastrofe del ’48 che ha scacciato i palestinesi dalle loro case. Mio nonno e mio padre hanno conservato la mappa delle loro terre e la chiave di casa. Dal confine giordano, io guardo la mia casa. Ci vorrà tempo, ma un giorno ritorneremo. I giovani arabi hanno dato l’avvio a un periodo bellissimo. Nel giorno della Nahba, in Giordania 40.000 persone manifesteranno al confine».
Il governo Berlusconi – afferma Sergio Cararo del Forum Palestina – ha sostenuto «che la Flotilla non lavora per la pace e ha nuovamente ricordato che Israele è l’unico paese mediorientale amico dell’Occidente. Nel mese di giugno si terrà a Roma un vertice intergovernativo tra il governo italiano e quello israeliano. Nello stesso periodo, dal 12 al 23, l’ambasciata israeliana porterà a Milano un mega progetto dal titolo Israele che non ti aspetti. Noi saremo lì a protestare contro l’occupazione del Duomo di Milano. E per questo, a Milano abbiamo indetto per il 28 maggio un’assemblea nazionale e altre iniziative contro l’apparato israeliano, che teme la solidarietà internazionale, obiettivo principale della Flotilla».
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