Un vuoto a perdere, lo sconcerto di Letizia

Loading

Ormai lo votano anche i cani. Questa è la fotografia più nitida di un finale di partita che sembra non avere più niente da dire (forse: scaramanzia). Giuliano Pisapia ha visitato il canile municipale. A naso, considerando che cani e gatti sono gli esseri viventi più amati dai milanesi, questa potrebbe essere l’ultima mossa vincente di una campagna elettorale che ha annichilito l’avversario. Il quasi sindaco di Milano ha dovuto accarezzare cuccioli e calibrare le moine giuste dopo che si era sparsa la voce che in caso di vittoria avrebbe soppresso tutti i cani vecchi del canile – e questa è la leggenda metropoliana più azzeccata e insidiosa. «Anche adottare un cane o un gatto abbandonato è un segnale d’affetto per la città , Milano ama gli animali e gli animali amano Milano».

Altre fotografie significative? Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Prendiamo Miss Arroganza (Letizia Moratti) e Mister rimbocchiamoci le maniche (Pierluigi Bersani). Mai vista lei così abbacchiata, mai sentito lui così ringaluzzito dopo una trasferta milanese. La quasi ex sindaco si è fatta riprendere dagli amici di Sky mentre interloquiva con una sedia vuota. Nelle intenzioni della messinscena Pisapia, che aveva declinato l’invito trappola, avrebbe dovuto fare la figura del codardo. Invece è finita con donna Letizia che gli ha chiesto scusa per la vigliaccata (su Sky) di due settimane fa. Con una lettera: «Si tratta di un messaggio il cui contenuto è privato, e quindi sta a lui decidere se renderlo noto oppure no». Di notevole c’è anche una simpatica incursione nel dialetto, i milanès sunt mai cuntent, per dire che non è colpa sua se la città  le ha voltato per sempre le spalle. Non male come strategia vincente, dopo che l’altra sera Berlusconi ha ammesso che forse la Moratti non era il candidato migliore. Ormai si è arresa e già  circolano indiscrezioni sul «prestigioso incarico internazionale» che presto le sarà  affidato per tenerla il più lontano possibile. E Bersani? Un leone, con accenti di entusiasmo di «stampo» sessantottino: «Il tentativo disperato di terrorizzare gli elettori è scivolato nel ridicolo e la gente si mette a ridere, verranno tutti seppelliti da una risata».
Effettivamente gli ex amici della Moratti ormai fanno ridere anche quando fanno finta di impegnarsi per la sua rielezione. A parte i finti funzionari del Comune che telefonano agli anziani «invitandoli» a votarla, anche Bossi che si limita a fare un giro in due mercati (via Marco Aurelio e via Stresa) non è proprio uno spettacolo imperdibile. A proposito di show: ieri sera, davanti a una piazza Duomo mezza vuota, riempita con un po’ di figuranti raccattati in provincia, è scappato anche Gigi D’Alessio (ha dato forfait all’ultimo minuto). Un uomo coraggioso: una «star» napoletana disposta a metterci la faccia in una piazza un po’ troppo leghista, «troppi insulti e clima di tensione». Mah. Un altro grande dello spettacolo come l’ex sindaco Albertini (quello che si è fatto fotografare in mutande) invece ha onorato l’impegno esibendosi in una performance alla radio: «Non prenderei mai un caffé dal Leoncavallo, per me ci hanno sputato dentro, oppure ci hanno fatto la pipì…» (di quest’uomo si parla ancora come del «probabile» vicesindaco…). Archiviati D’Alessio e Albertini, è difficile che sposti troppi voti il sentito appello di Borghezio: «Chi vota Pisapia è un pirla». Uff… Non solo non fanno male, i leghisti stanno diventato quasi simpatici, come il feroce Salvini: «Chiunque vinca dica basta alle auto blu, usi i mezzi pubblici». Saggio, grazie.
Sicuramente il «chiunque», dopo la visita al canile, avrà  il buon cuore di prendere nota dei desiderata del buon Salvini. A proposito di Pisapia, andiamo a vedere due o tre «scatti» che non necessitano di disascalie. Il tormentone moschea: «Se ci sarà  una moschea sarà  finanziata da loro». Quindi si farà , perché sono anni che la comunità  islamica si dice disposta a pagarla fino all’ultimo euro. E poi tutte queste belle figure illustri, personaggi di peso che fino a qualche settimana fa se ne stavano sfocati sullo sfondo e che adesso fanno a gara per complimentarsi con Pisapia. Imprenditori, industriali, «mondo delle professioni», perfino Cesare Romiti a tutta pagina su la Repubblica («finalmente la borghesia si sveglia»). Eh già , finalmente.
Ma quanto è grande il carro del vincitore? Vedremo. Sicuramente non stanno prendendo la rincorsa per salirci Nadine Gordimer, Amos Gitai, Daniel Pennac, Claudio Abbado, Arto Lindsay, eppure anche loro hanno preso carta e penna per sostenere Pisapia, può «far scaturire una tale onda di innovazione e creatività  da rigenerare quell’Italia che noi amiamo così tanto».


Related Articles

E sulle macerie del Paese il Cavaliere si celebra con un altro libro dei sogni

Loading

Già  pronto il depliant elettorale del governo.  Fra mistica, propaganda e manipolazione, ma meno efficace degli altri due opuscoli Il risultato, a livello cognitivo, proietta l’almanaccone in una realtà  remota e parallela 

Vecchi pregiudizi e nuove paure nello sguardo della stampa estera

Loading

 Il Financial Times di ieri parlava di «presentimenti di tragedia» che assalgono alcuni se pensano a un successo elettorale di Beppe Grillo. In un certo senso, è stato questo il sentimento che ha prevalso, in queste settimane, nei commenti internazionali sulle elezioni italiane, anche al di là  del politico genovese: la possibilità  che il caos, nel quale il Paese sembra entrato a chi lo guarda da fuori, finisca in dramma. Dramma per l’Italia.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment