Un uomo solo al telecomando
MILANO – E se adesso perde con tutte le sue televisioni? Dopo la scandalosa puntata di Porta Porta che ieri sera Bruno Vespa ha voluto regalare a Silvio Berlusconi a tre giorni dal ballottaggio di Milano e Napoli, il centrosinistra potrebbe non avere più scuse: se questa volta la sua arma di distrazione di massa dovesse fallire, bisognerà attrezzarsi al più presto per comprendere le ragioni profonde – verrebbe da dire reali visto che stiamo parlando di televisione – che stanno cambiando il vento per davvero. Forse non solo a Milano.
Dietro la telecamera non c’è mai stata partita. Sono padroni. Sono scorretti. Giocano sporco. Ma questo ce lo siamo già raccontato troppe volte. Berlusconi si fa invitare dall’amico Vespa, come sempre, il professionista che nella puntata precedente è addirittura scivolato su un’Ansa che avrebbe saputo interpretare anche un analfabeta: e invece lui ha ironizzato davanti a milioni di spettatori sul fatto che la moglie di Pisapia avrebbe detto che suo marito «è simpatico ma inadatto a governare». Poi Vespa ha chiesto scusa, il giorno dopo, ha rettificato – e ci mancherebbe! – perché la consorte del quasi sindaco di Milano si riferiva a Berlusconi, lui è inadatto a governare. E ieri sera era seduto accanto a Bruno Vespa. Monologava deliri come sempre. Si sorridevano guardandosi negli occhi, uno sornione l’altro con la faccia di plastica.
Dietro la telecamera la partita è sempre truccata, anche negli studi «neutrali» di Sky che oggi mandano in onda un confronto tra Letizia Moratti e una sedia vuota: un’incredibile provocazione nei confronti di Giuliano Pisapia che ha declinato l’invito, ed è il minimo che potesse fare dopo la trappola di due settimane fa, quando è stato accusato di essere un ladro amico dei terroristi senza poter replicare.
Allora dobbiamo ancora tremare di fronte allo strapotere mediatico berlusconiano? Sì, però questa volta facciamo un po’ più di attenzione, cerchiamo di capire – lunedì sera capiremo – se il solito campionario di buffonate eversive e affermazioni al di là dell’inverosibile condite da insulti riescono ancora a ipnotizzare gli italiani. Siamo al punto che gli elettori di sinistra sono «senza cervello». Gli si legge in faccia che per lui Moratti e Lettieri sono due cavalli perdenti ma non può ancora ammetterlo, quanto a Pisapia – e siamo alla disperazione – «non ha mai amministrato neppure un’edicola e in parlamento ha fatto solo leggi a tutela dei terroristi o per l’eutanasia». L’uomo fa ridere, sempre. Quando si ricicla come barzellettiere, e quando fa sul serio. Ha telefonato per liberare Ruby, ma avrebbe «chiamato anche per Rosi Bindi». L’Istat dice Italia povera? «Spendiamo 10 miliardi di euro per i cosmetici», ma forse non era una battuta. E fa sul serio quando dice «contro di noi c’è un blocco mediatico terrificante, i grandi giornali, a partire dal Corriere della Sera, le tv private, Sky e La7, e la Rai pagata con i nostri soldi, stanno tutti con la sinistra».
Essendo noto anche come prefatore dei classici del pensiero, nel salottino di Vespa può anche permettersi di citare i «grandi», Leonardo da Vinci, per dire «anche lui non avrebbe terminato la Gioconda se lo avessero preso a schiaffi come me», e Cesare Beccaria, «diceva che l’accusa più grave che si fa a una persona è il processo».
Se perdere Milano è il suo incubo, anche Napoli in questi giorni gli sta togliendo il sonno. Allora De Magistris, che «è un bell’uomo», è anche «un incapace totale, un demagogo, un agitatore politico». Ergo: sono decerebrati anche i napoletani che lo voteranno («si guardino allo specchio»), segno che al demiurgo cominciano a mancare le battute efficaci. E, per i napoletani, dopo le promesse di sanatoria per le case abusive, un’idea che sa di ritorno alle origini: «Creiamo a Napoli nuovi quartieri sul modello di quanto fatto all’Aquila per offrire nuove case ai proprietari di quelle che verranno abbattute».
La verità è che Berlusconi sta già pensando a come gestire una sconfitta sempre più probabile, soprattutto a Milano: «Escludo trappole della Lega, governeremo ancora insieme, non ci sono alternative a questa soluzione». Forse ha ragione. Quanto al successore, adesso non ne vuole nemmeno sentir parlare: «Sarei felice di tornare a fare il mio mestiere di imprenditore, ma rimango. Tutte le volte che si parla di una mia sostituzione, tutti i ragionamenti delle persone sensate dicono che sono l’unico in grado di tenere insieme il centrodestra».
Fine della trasmissione. Qualcuno crede ancora che possano bastare due ore da Bruno Vespa per ribaltare la situazione?
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