Un “no” sulle baracche e la ruspa si ferma. I rom “buoni” dai “cattivi” si riconoscono così
Il campo abusivo il “canneto”
ROMA – “Rom buoni. Rom cattivi”. I rom buoni li riconosci perché sulla propria baracca hanno una scritta “NO” fatta con la vernice rossa, i rom cattivi invece le baracche distrutte. È quanto è accaduto a Roma nella giornata di ieri nel campo del “canneto”, un insediamento spontaneo nato a pochi passi dal campo autorizzato di via Candoni. A denunciare la strana vicenda è l’associazione Arpj.tetto Onlus che da anni lavora con i rom e che nel “canneto” aveva avviato percorsi di scolarizzazione per i minori. Per la prima volta a Roma, infatti, si è assistito ad uno sgombero “parziale”. Nel canneto vivevano fino a ieri circa 250-260 persone in circa 70-80 baracche, racconta Ulderico Daniele, uno dei volontari dell’associazione che ieri ha assistito alle operazione di sgombero. Intorno alle 11 di ieri mattina i Vigili urbani e la Polizia sono entrati nel campo e hanno iniziato le operazioni di sgombero. Operazioni condotte in modo diverso rispetto agli sgomberi avvenuti nella capitale fino ad oggi. Prima dello sgombero, infatti, le autorità hanno chiesto all’associazione di fornire informazioni sulle famiglie con bambini scolarizzati con l’intento di non mandarli via e di non distruggere loro la baracca. Uno sgombero annunciato, quindi, ma che ha portato una “novità ” che per l’associazione è del tutto incomprensibile. “C’era già stato una sorta di annuncio preventivo dello sgombero nelle settimane scorse – afferma Daniele – tanto che da una parte l’XI Dipartimento del comune di Roma, dall’altra il comandante dei Vigili urbani del XV Municipio, sollecitato dal gabinetto del sindaco, avevano chiesto a noi associazione di volontariato i dati e le informazioni sui minori scolarizzati. È successo venerdì della settimana scorsa”.
Informazioni verificate anche ieri in mattinata, poco prima che la ruspa entrasse in azione. “Quando siamo arrivati nel campo, ieri mattina, ci è stato chiesto ancora una volta di indicare le famiglie i cui minori sono inseriti a scuola. Delle circa 70-80 baracche che componevano il campo ne sono state salvate 14, per circa 50-60 famiglie. Mentre sono state mandate via le famiglie che non avevano bambini da scolarizzare. Vuol dire anche famiglie che hanno due o tre bambini con meno di 6 anni”. Quattordici baracche segnate con la vernice rossa, con una scritta a caratteri cubitali. Un “NO” che ricorda passi biblici da vecchio testamento, ma anche lo spettro di uno stigma d’altri tempi. “Le scritte sono state fatte lì per lì – racconta Daniele -. Noi siamo arrivati alle 11:30 e abbiamo portato i nostri elenchi degli iscritti. Lo sgombero è stato preceduto da una sorta di censimento. Durante il censimento venivano individuate le baracche e sono state segnate le case con i “no”. Finito il censimento è arrivata la ruspa che ha abbattuto le baracche che non avevano la scritta”. (ga)
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