Thyssen, Confindustria si scusa per gli applausi. Ma a Terni l’azienda avrebbe le valigie pronte
Alla fine le scuse sono arrivate, anche se non dalla presidente Emma Marcegaglia, ma dal direttore della Confindustria, Giampaolo Galli, che le ha fatte «a nome di tutta l’associazione»: «L’applauso all’amministratore delegato di Thyssen è stato sbagliato, inopportuno – ha detto Galli ieri mattina durante la trasmissione Coffee break su la 7 – Colgo l’occasione per chiedere scusa a nome di Confindustria ai familiari delle vittime e all’opinione pubblica che si è sentita colpita e offesa».
Scuse piene, quindi, per gli applausi dei 6 mila imprenditori riuniti sabato scorso all’Assise plenaria di Bergamo, tributati ad Harald Espenhahn, ad Thyssen, condannato a 16 anni e mezzo a Torino per l’omicidio volontario dei sette operai morti nel rogo del dicembre 2007. I parenti delle vittime e molti partiti, però, le hanno ritenute «tardive», o «goffe», e comunque non esaurienti rispetto al più generale rapporto delle imprese con il tema sicurezza. Galli ha comunque aggiunto subito dopo, a parziale giustificazione degli applausi: «Vanno capiti perché è spontaneo in una platea di imprenditori. Perché c’è stato? Perchè le imprese sono preoccupate per l’estrema incertezza del diritto in Italia». «Lo stesso Guariniello ha detto che la sentenza era storica – continua – un unicum, che accadeva per la prima volta al mondo. Io credo che le sentenze non debbano essere esemplari, ma giuste». «La giustizia – conclude Galli – in alcuni casi è più severa che in altri paesi europei e in altri casi non fa nulla. Inoltre abbiamo un’amministrazione che sembrerebbe non funzionare: la stessa procura ha avviato un fascicolo contro la Asl che aveva fatto i controlli e non aveva trovato nulla di irregolare. Forse questa cosa in Germania non sarebbe successa, lì sarebbe arrivato l’ispettore».
Intanto il deputato del Pd, ex operaio Thyssen sopravvissuto alla tragedia, Antonio Boccuzzi, ha spiegato che nei prossimi giorni Emma Marcegaglia incontrerà a Torino i parenti delle vittime, e ha aggiunto che «l’episodio non è chiuso: trovo anzi indelicato che il ministro Sacconi si sostituisca ai familiari delle vittime dicendo che l’episodio è chiuso». «Accettiamo le scuse perché non possiamo fare altrimenti, ma restiamo profondamente offesi da quell’applauso», dice Rosina Platì, madre di Giuseppe De Masi, uno degli operai morti. Dal governo, un altro ministro la vede all’opposto di Sacconi, ed è Roberto Calderoli, che aveva già attaccato i confindustriali per il battimani: «Dov’è Emma Marcegaglia?», si chiede. E scuse dalla presidente, chiede Maurizio Zipponi (Idv). Di scuse «tardive e goffe» parla Giorgio Merlo (Pd).
Ma non basta, perché c’è un allarme Thyssen anche per Terni: il nuovo ad Heinrich Hiesinger ha scritto a tutti i dipendenti nel mondo, annunciando – spiega la Fiom – «un cambio radicale nella strategia del gruppo, e ipotizzando oltre a dichiarate dismissioni, scorpori e vendite in alcuni comparti: tra questi la separazione dell’acciaio inox, di cui fa parte la fabbrica di Terni ma anche impianti tedeschi, statunitensi e cinesi». Domani, in occasione della riunione del consiglio di sorveglianza a Essen, si dovrebbe sapere qualcosa di più.
Related Articles
Padoan : «Il bonus deve restare Solo così le famiglie tornano a spendere»
Padoan: «Regioni ed enti locali facciano la loro parte o scatteranno i tagli lineari»
L’Imu si verserà in due o tre rate
La scelta ai contribuenti. Il Pdl studia la richiesta di cancellazione nel 2013
Ilva, scontro sul dissequestro dell’acciaio
L’azienda: se arriva il sì sblocchiamo gli stipendi e risaniamo. Vendola: lo mettano per iscritto