Tassa di soggiorno, albergatori in rivolta

by Editore | 27 Maggio 2011 7:18

Loading

MILANO – Annunciano una iniziativa a sorpresa per lunedì prossimo. Mentre non hanno problemi a rivelare da subito cosa faranno non appena i comuni introdurranno la nuova tassa di soggiorno: «Siano pronti a presentare tutti i ricorsi al Tar che saranno necessari, centinaia di cause contro i sindaci che non rispetteranno le norme».

Dopo le polemiche al momento della sua approvazione, quasi due mesi fa, gli albergatori italiani tornano alla carica ora che è arrivato per le amministrazioni il momento di riscuotere. Se ne prende la responsabilità  Bernabò Bocca, presidente da poco eletto ai vertici di Federalberghi, l’associazione di categoria che raccoglie tutti gli operatori indipendenti (cioè non legati alle grandi catene). Bocca parla a nome di 27mila iscritti e la butta in politica: «Il ministro ci aveva fatto delle promesse, ce ne ricorderemo questo fine settimana ai ballottaggi».
Alla fine della prossima settimana scadono i sessanta giorni entro cui il governo si era impegnato a convocare la conferenza Stato-regioni (allargata anche agli operatori di settore) per definire il regolamento attuativo. E che in qualche modo desse indicazioni uguale per tutti sull’utilizzo che i sindaci faranno dei soldi che andranno a incassare dai turisti. Invece, dal prossimo 6 giugno le amministrazioni locali potranno decidere in totale autonomia e dal primo luglio iniziare a esigere la tassa. Potrà  così accadere che comuni confinanti nella stessa zona turistica facciano pagare in modo diverso e con diverse modalità .
L’imposta di soggiorno è stata varata dal governo Berlusconi all’interno del decreto sul federalismo municipale: consente ai comuni l’introduzione di un tributo da 1 a 5 euro per ogni notte trascorsa in qualsiasi struttura ricettiva all’interno dei confini demaniali, dagli alberghi ai campeggi ai bed&breakfast. Un provvedimento con cui il ministro Tremonti ha trovato il modo – a costo zero per lo Stato – di “restituire” ai comuni parte degli introiti cancellati tre anni fa con l’abolizione dell’Ici.
Senza un regolamento, ora ogni Comune potrebbe decidere di applicare la tariffa massima. E in ogni caso tutte le località  turistiche e, soprattutto, le grandi città  d’arte hanno già  approvato il bilancio 2011 sapendo che avranno per sei mesi la possibilità  di batter cassa. Per città  come Firenze e Venezia (che ha deciso, per esempio, che negli alberghi si pagherà  un euro per ogni “stella”) si va dai 20 ai 30 milioni all’anno. A Roma, invece, dove la tassa è già  in vigore dal primo gennaio, si paga da 2 a 3 euro a seconda delle strutture.
Per quale motivo gli albergatori sono sul piede di guerra? Paventano un ulteriore calo di presenze (nel 2010 il fatturato del settore è calato del 7%), visto l’aumento di costi per i turisti. E, soprattutto, temono contestazioni perché molto operatori hanno già  venduto pacchetti per l’anno in corso e non intendono integrare il costo della nuova tassa. Ma per Bocca non c’è solo questo: «Il regolamento che ci aveva promesso il ministro Brambillla avrebbe dovuto dire con precisione che i soldi andavano spesi per migliorare le strutture destinate al turismo. Così, invece, finiranno nel calderone generale del bilancio. Ma faranno i conti con i nostri ricorsi».

 

Post Views: 187

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/05/tassa-di-soggiorno-albergatori-in-rivolta/