Svolta Fiom, sì al referendum alla ex Bertone

Loading

TORINO – Nel referendum della ex Bertone, ultimo campo di battaglia nell’eterno braccio di ferro tra Marchionne e la Fiom, vinceranno i «sì» all’accordo voluto dalla Fiat. Le urne si chiuderanno oggi ma la scelta delle rsu della Cgil, che qui sono la maggioranza assoluta, non lascia spazio a dubbi: «Abbiamo deciso di votare sì. Quando abbiamo annunciato la nostra scelta all’assemblea – racconta una delle rsu della Fiom, Giacomo Zulianello – c’è stato un silenzio quasi irreale. Poi molti sono venuti a dirmi che gli avevamo tolto un peso dalla coscienza». «Lo abbiamo fatto per non dividerci dopo sei anni di cassa integrazione», spiega un altro delegato, Pino Viola. «Ora – dice Zulianello – abbiamo scaricato la pistola che ci era stata puntata contro. La Fiat non ha più alibi per effettuare l’investimento». Tutto si è svolto in pochi minuti, nell’assemblea convocata ieri mattina per indire il referendum sull’accordo. Dopo mesi di trattativa alla ex Bertone si era arrivati allo stesso punto di Pomigliano e Mirafiori: accettare il testo della Fiat o perdere il lavoro. «La scelta di votare sì – ha spiegato Maurizio Landini, presente all’assemblea di ieri – è stato un atto di legittima difesa intelligente». Ora i delegati della fabbrica, anche quelli della Fiom, firmeranno l’accordo se approvato dalla maggioranza dei lavoratori. La Fiom come organizzazione invece non firmerà  comunque: «Abbiamo portato accordi come questo in tribunale – ricorda Landini – perché a nostro avviso sono illegittimi, accettati sotto ricatto e violano i diritti dei lavoratori. Non firmeremo certo. Ma la mossa delle rsu della ex Bertone serve a far venire la Fiat allo scoperto: ora non può più utilizzarci come scusa per non fare gli investimenti». La scelta ha incontrato commenti positivi di Fim, Uilm e Fimisc che hanno apprezzato «l’atto di responsabilità  delle rsu». Qualcuno, come Rocco Palombella della Uilm, si è spinto a ipotizzare che esista uno «scollamento tra base e vertici della Fiom». Analogamente ha fatto il segretario generale della Fim, Giuseppe Farina. Se quello scollamento esiste davvero si capirà  quando, nelle prossime settimane, alla ex Bertone si rinnoveranno le rsu. Quelle attuali infatti si dimetteranno: «Volevamo un buon accordo – hanno detto – non lo abbiamo avuto ed è giusto che ora sottoponiamo la nostra condotta alla verifica del voto in fabbrica». Il rinnovo dei delegati di fabbrica dovrebbe avvenire in tempi brevi. Critica l’ala radicale della Fiom che, con Sergio Bellavita, chiede la convocazione del Comitato centrale dell’organizzazione accusando i vertici di non aver rispettato la linea decisa a suo tempo. Mentre a Grugliasco si vota (ieri aveva già  espresso il suo parere il 68 per cento degli aventi diritto e c’è ancora la giornata di oggi per recarsi alle urne) uno dei dipendenti ha tentato mercoledì il suicidio gettandosi da un cavalcavia: «Temeva di perdere il lavoro, abbiamo un figlio di 12 anni», ha raccontato la moglie ai cancelli. Le condizioni di vita dell’uomo sono gravi.


Related Articles

CGIL. Camusso, discorso di addio alla segreteria, intanto si cerca l’accordo

Loading

Congresso Cgil. A Bari la leader uscente del sindacato fa un intervento senza sconti: «Ho sempre lavorato a una soluzione unitaria»

Eurozona fuori dalla recessione, noi ancora no

Loading

 Pil italiano in calo dello 0,2% contro il +0,3% dell’area. Spread a 236, minimo da 2 anni   

Come salvare l’Europa evitando la recessione

Loading

Il rapporto Igas presentato da un gruppo di economisti al parlamento di Strasburgo propone una via diversa e opposta all’austherity per raggiungere gli stessi obiettivi fissati dalla Commisione Ue

«Se la disoccupazione sale al 25% ci saranno rivolte tali che alcuni paesi potrebbero anche uscire dall’euro» «Per alcuni anni si può sospendere l’obbligo del deficit al 3% almeno per gli stati più in difficoltà »

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment