Silvio senza freni contro Pisapia “Con lui Milano zingaropoli islamica”
ROMA – In silenzio dalla sconfitta elettorale, il premier ricompare e, in un monologo a reti unificate, disegna un futuro apocalittico nel caso di vittoria di Pisapia, con Milano trasformata in una gigantesca «zingaropoli islamica». Poi il Cavaliere traccia un bilancio politico tutto suo: «I milanesi non hanno premiato il Pd e il Terzo polo, mentre il Pdl è il primo partito in Italia». Favorito da interviste senza mordente, Berlusconi si produce in un interminabile attacco contro Pisapia e De Magistris, mandando in soffitta la richiesta del partito di una campagna più moderata: «Sono in campo ogni giorno come cittadino di Milano e leader del Pdl». In un sol colpo cancella le fibrillazioni della Lega e la ribellione dei Responsabili, assicurando che una sconfitta al ballottaggio di Milano non avrà conseguenze sul governo.
Il presidente del Consiglio ha le idee chiare: «A sinistra dominano gli estremisti, gli integralisti e i violenti». E a loro «non dobbiamo consegnare» Milano e Napoli. Già , perché Berlusconi dietro a Pisapia vede «una coalizione che va dai centri sociali al partito delle manette, dai radicali ai cattocomunisti». Ma i milanesi come lui lo hanno già capito perché, proprio come lui, «sono rimasti turbati da quelle bandiere rosse dilagate per festeggiare il risultato del primo turno». Replica divertito il segretario democratico Bersani: «Oh poverino, come è sensibile…».
Intervista dopo intervista, il premier si fa sempre più cupo. In un crescendo ingigantisce attacchi e scenari foschi nel caso di sconfitta a Milano. Città che Pisapia «vuol far diventare la Stalingrado d’Italia». Ancora peggio, il capoluogo lombardo – «è questo che dobbiamo spiegare ai milanesi», ripete – rischia di perdere l’Expo. Le sue famiglie dovranno pagare più tasse e a godere saranno i centri sociali, che imperverseranno per le strade meneghine. Anzi, Milano diventerà «una città islamica, una zingaropoli» nella quale i rom «avranno il diritto di farsi una baracca dove meglio credono».
Di attacchi il premier ne riserva anche a De Magistris, «ex pm d’assalto» che a Napoli è ormai accompagnato da «frange della sinistra estrema». Per finire una buona parola anche per il Terzo Polo: «È irrilevante», dice. Da Pescara, però, Fini spiega che «le elezioni sono state l’annuncio di sfratto per Berlusconi». Assicura che quello che non è riuscito il famoso 14 dicembre, la cacciata del premier, si realizzerà adesso per via elettorale. Ma non prima del 2013, perché secondo Fini il governo arriverà a fine legislatura: «I governi cadono quando non hanno più la maggioranza, ma paradossalmente più c’è lo sfacelo più la maggioranza aumenta». In soccorso di Berlusconi arriva Roberto Calderoli, che annuncia «una grossa sorpresa di Berlusconi e Bossi» per i milanesi. Il ministro leghista non spiega di cosa si tratti, ma intervistato dalla Padania disegna una Lega al momento tutta proiettata sul futuro del governo.
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