Sant’Egidio: ”Tagli che uccidono i più deboli, e la famiglia diventa come Pompei”

by Sergio Segio | 31 Maggio 2011 11:34

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Roma – “La famiglia italiana è diventata come Pompei, rischia di essere alla sua ultima fase storica”. E’ quanto afferma Mario Marazziti, portavoce della Comunità  di Sant’Egidio che ha incontrato i giornalisti per lanciare l’allarme su “I tagli che non fanno rumore ma che fanno molto male ovvero chi paga di più la crisi in Italia”. I fondi statali di carattere sociale sono diminuti dell’800 per cento negli ultimi tre anni, passando da 2 miliardi 526 milioni di euro del 2008 a soli 349 milioni nel 2011. Soltanto nell’ultimo anno sono scesi del 76,3%. E secondo il bilancio di previsione dello Stato diminuiranno ancora a 271, 6 milioni nel 2013. Tre fondi sono stati completamente azzerati: quelli per la non autosufficienza, l’inclusione degli immigrati e i servizi all’infanzia.

“I fondi spariti non sono solo un problema di soldi – denuncia Marazziti – i piccoli tagli alla spesa sociale rischiano di creare grandi disastri e gravi conseguenze sulla mortalità  di fasce deboli. Il problema non è tanto la legge finanziaria ma il modello”. Il portavoce della Comunità  di Sant’Egidio ricorda che secondo quanto scritto nel Documento di programmazione economica e finanziaria, il governo italiano si è impegnato con l’Unione europea a dimezzare il deficit pubblico entro il 2026 e per farlo, una delle condizioni indispensabili è che ogni anno ci siano almeno 226 mila nuovi immigrati in più in Italia. “Anche se non erano grandi cifre, l’azzeramento del fondo di inclusione per gli immigrati indica lo scollamento fra la programmazione del paese e una predicazione che va ad allarmare sugli immigrati quando siamo a un decimo di ingressi rispetto al bisogno reale – continua Marazziti – questo vuol dire che mentre l’inclusione dei migranti è interesse nazionale, una parte della classe dirigente fa pubblicamente un discorso opposto e questo sfilaccia il paese”. Il portavoce della Comunità  di Sant’Egidio ha ricordato che tante comunità  di stranieri hanno fatto festa per i 150 anni dell’Unità  d’Italia.

“Il taglio del fondo di non autosufficienza in un paese che ha già  il 20% di popolazione composta da anziani (di cui la metà  ultrasettantacinquenni) mostra che si è andato a toccare laddove si grida di meno” – dice ancora Marazziti – è stato tagliato tutto ciò che va verso la domiciliarità , la mobilità , la rottura dell’isolamento e che favorisce la stabilità  della famiglia”. Per le famiglie un problema grave è la casa. “L’azzeramento del fondo nazionale contributi alloggiativi va in direzione opposta a un disagio che cresce in Italia – sottolinea – tutti gli indici dicono che è in aumento il disagio legato alla povertà . L’isolamento innalza il tasso di mortalità , così la povertà  causa malattia. Limare qua e là  non riduce la spesa pubblica ma mina la qualità  della vita, chiediamo al governo e alle Regioni più capacità  di visione perché con questi tagli la spesa pubblica, al contrario, crescerà  e si invertirà  la tendenza italiana alla più alta speranza di vita e alla qualità  della vita”. Secondo la Comunità  di S. Egidio bisogna cambiare modello: investire sulla domiciliarità  e rompere l’isolamento per ridurre la spesa pubblica. (rc)

 

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