Roma, braccialetti col numero agli ambulanti abusivi “Come ai tempi dei nazisti”

by Editore | 26 Maggio 2011 7:09

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ROMA – È affollata piazza di Spagna all’una del pomeriggio e una settantina di ambulanti, martedì, è lì che vende la merce sui tappetini, come sempre. Un souk da 12mila “pezzi” sulla scalinata più famosa al mondo. Gli agenti della municipale decidono di fare un blitz: ma stavolta prima delle multe, spuntano i braccialetti. Un laccio di gomma e carta, un numero identificativo attorno al polso di ogni venditore. Un piccolo oggetto, venuto fuori all’improvviso e che scatena un putiferio: «A Roma si usano metodi da Auschwitz», attacca la Cgil.

«È stato solo il modo pratico per associare la merce al venditore», si difendono al comando dei vigili. «Un sistema indegno che ricorda i rastrellamenti del Terzo Reich», accusa in coro l’opposizione. Le associazioni dei commercianti, invece, plaudono all’operazione: «Ben fatto», dicono. E a Roma, città  da migliaia di abusivi al giorno e un settore del commercio in crisi nera, scoppia la bagarre. «Il marchio è la cifra culturale e politica della destra che governa la capitale», tuona Jean-Leonard Touadi, deputato del Pd ed ex assessore alla Sicurezza del Comune. Quel che è successo sulla scalinata di Trinità  de’ Monti è un «grave esperimento» per Claudio Di Berardino, segretario di Roma e Lazio della Cgil, «un’immagine che rievoca rastrellamenti che non fanno onore alla storia di una città  aperta come la nostra».
Ma Stefano Napoli, comandante dei vigili del centro storico a capo dell’operazione, spiega: «È stata una procedura di grande rispetto della dignità  umana e con fini di tutela della persona, visto che abbiamo utilizzato dei braccialetti di carta plastica che si usano nei reparti di pediatria per associare la mamma al bambino appena nato». Il sindaco Gianni Alemanno difende “l’operazione braccialetto”. E Giorgio Ciardi, delegato alla sicurezza precisa: «Voleva essere solo un modo per associare il numero sul polso di ogni ambulante con lo stesso applicato su ogni oggetto sequestrato, null’altro».
Sarà , ma Uddin Nizan, 28 anni, del Bangladesh, con quel braccialetto al polso dice di essersi sentito trattato come il peggior criminale: «Mi hanno anche preso le impronte ma non potrò pagare la multa. Da domani ricomincio a vendere bibite o rose. È l’unico modo che ho per sopravvivere».
Per Cesare Pambianchi, presidente della Confcommercio romana, l’operazione sarà  forse stata odiosa, «ma la approviamo, se servirà  a debellare la piaga dell’abusivismo che inonda Roma di merce contraffatta e fa collassare l’economia sana». Intanto, per sabato L’Arci e la Cgil stanno organizzando una manifestazione a favore degli immigrati e in segno di protesta offriranno braccialetti a tutti.

 

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