Referendum, vince il sì al divorzio Malta si allinea ai paesi dell’Ue

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 La chiesa aveva terrorizzato il 98 per cento della popolazione cattolica, con sermoni infuocati sul disastro che il divorzio avrebbe causato nelle famiglie. I parroci avevano rifiutato la comunione alle persone che facevano campagna per il sì e l’isola è stata tappezzata di manifesti di bambini che implorano i loro genitori di votare no.

La Chiesa, che qualche ora prima della chiusura dei seggi ha capito la tendenza, ieri ha chiesto scusa per la pesante ingerenza nella campagna elettorale e, a risultato acquisito, il primo ministro, Lawrence Gonzi, ha riconosciuto la volontà  dei maltesi affermando: «Questo non è il risultato che desideravo, ma la volontà  del popolo deve essere rispettata». Premiato il fronte trasversale del membro del Governo, Jeffrey Pullicino Orlando, promotore lo scorso anno del referendum, e del leader dell’opposizione, il laburista Joseph Muscat, che insieme all’avvocato Deborah Schembri, leader del “Movimento per il divorzio”, hanno parlato di «un voto per la modernità ».


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