by Editore | 28 Maggio 2011 7:49
Mentre guardo le foto su Internet, alcuni dei miei amici sono andati davanti al Tribunale, tentando di vedere dal vivo quello che ci suggeriscono di vedere: che è irriconoscibile, con un berretto in testa, completamente trasformato. Nessuno potrebbe dire che è lui. A me lui sembra uguale con lo stesso sguardo sanguinario, gli stessi feroci occhi azzurri, l’avrei riconosciuto subito, senza l’impegno decennale degli interi servizi segreti serbi.
E’ visibilmente invecchiato e quindi dicono che non sembra lui. E’ allora? Anch’io in questi 15 anni sono visibilmente invecchiata e potrei ritenermi fortunata perché a differenza di me e Mladic quelle otto mila persone uccise non avevano possibilità di invecchiare. Molti tra di loro neanche di crescere. E per ricordarvelo, tra le vittime c’erano anche 500 bambini, tanti uccisi con una pallottola alla nuca per poi essere trasportati nelle fosse comuni o buttati nel fiume.
Adesso, anche se sono consapevole di un raggiungimento parziale della giustizia, non desidero festeggiare ma ho bisogno dei dettagli, voglio l’intera storia, mi interessano le risposte alle domande più semplici: chi è responsabile e chi ha tenuto nascosto Ratko Mladic? Se ci fosse stato più coraggio e volontà politica per affrontare questi fatti, oggi ci sarebbe da festeggiare. Cosi, rimane solo la nausea.
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