Quelle ultime foto di Osama “Sono atroci, incerti se diffonderle”

by Editore | 4 Maggio 2011 7:40

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NEW YORK – Che cosa succederà  adesso che il mondo vedrà  com’è finito Bin Laden? Le fotografie che testimoniano l’uccisione del capo del terrore sono il giallo nel giallo delle ultime ore del capo di Al Qaeda. «Sono foto raccapriccianti» ammette la Casa Bianca. Che sarebbe in possesso di almeno «tre set» di immagini e riprese – effettuate in tre momenti diversi. E come potrebbe essere altrimenti? La morte non è sempre «raccapricciante»? C’è molto di più. Dice Leon Panetta, il capo della Cia, che l’uccisione di Osama è durata pochi attimi e che «difficilmente» l’uomo che spedì due aerei a schiantarsi contro le Torri Gemelle «avrà  avuto il tempo di dire qualcosa». Almeno due i colpi che l’hanno raggiunto: uno alla testa attraverso l’occhio e un altro al petto. Gli uomini dell’Us Navy Seals usano solo le potentissime pistole calibro 45. E a quella distanza la conseguenza può essere una sola: testa spappolata. Eppure quelle «foto atroci» potrebbero essere diffuse proprio per tacitare le chiacchiere che già  volano in rete. «Gli americani non hanno prodotto nessuna prova per sostenere il loro annuncio. E gli stretti collaboratori non hanno confermato o smentito la sua morte»: il portavoce dei talebani afgani, Zabibullah Mijahid, già  avanzi i primi dubbi. Che fare? Prima il consigliere di Obama, John Brennan, e poi il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, assicurano che «una decisione verrà  presa». C’è discussione – dice Carney – e ovviamente «Obama è coinvolto al massimo livello in tutte le decisioni di questi giorni». Che cosa farà  allora il presidente preoccupato di non «urtare ancora di più» – come spiega un altro funzionario dell’amministrazione – i musulmani? Gli Stati Uniti posseggono almeno «tre set di fotografie». Il primo gruppo sarebbe stato scattato subito dopo il raid che ha portato alla morte del capo di Al Qaeda nel compound di Abbottabad, Pakistan. Oltre a vari particolari del rifugio, si vedrebbero anche le altre vittime, tra cui una delle donne, e si riconoscerebbe il figlio di Osama rimasto ucciso, Hamza, un ragazzo dall’apparente età  di 18, 20 anni. Il secondo gruppo di foto proviene dell’hangar dove il cadavere del leader terrorista è stato trasferito dopo il blitz. E’ un particolare importante. Domenica notte si era diffusa la voce che il corpo era stato trasportato in una base Usa in Afghanistan e sarebbe stato mostrato a breve. Che cosa ha cambiato i piani? Forse proprio la consapevolezza che la foto in cui Osama era riconoscibile era la più «atroce»: un buco che dagli occhi si allarga a tutta la testa. Il terzo e ultimo gruppo di fotografie è quello che racconta il funerale tenuto in mare sulla portaerei Carl Vinson. Le scene mostrerebbero il corpo dello sceicco prima che venisse coperto dal velo sepolcrale e quando, dopo la cerimonia funebre tenuta da un ufficiale, avvolto in un sacco è stato fatto scivolare da una piattaforma in mare. Ma il corpo, evidentemente ricomposto, non sarebbe ormai riconoscibile. E’ questo il gruppo di immagini che sarebbe accompagnato da un video, anche se la Casa Bianca non conferma e parla genericamente di «prove visuali». Ma perché non vengono mostrate almeno queste? La notizia della pubblicazione rimbalza per tutta la giornata. Ma l’attesa è delusa quando la Casa Bianca rivendica la necessità  di «vagliare ulteriormente il materiale». Alcune immagini sarebbero state mostrate ai membri del Congresso che in serata vengono informati sui dettagli del blitz dal capo della Cia Panetta. Insomma si aspetta solo il via libera dell’uomo che dall’inizio ha dato il via libera a tutto: Barack Obama. Sono momenti decisivi nello staff del presidente. «Si tratta dell’operazione più segreta che abbiamo mai portato avanti» ripetono gli uomini della Casa Bianca: e nell’era di WikiLeaks non è un’affermazione così scontata. Non si può sbagliare proprio adesso. Le foto «appartengono» alla Cia: ma gli 007 di Panetta hanno ovviamente delegato la decisione al Comandante in Capo. Nel dibattito all’interno della Casa Bianca, il «consenso» iniziale si sarebbe però via via affievolito di fronte ai rischi di una ricaduta – negativa – d’immagine su tutto il blitz. Così alla fine si potrebbe giungere a una decisione più equilibrata. Insieme alle foto del cadavere martoriato, verrebbero pubblicate anche quelle del funerale, che mostrerebbero gli ufficiali americani intenti a dare una «dignitosa e islamica sepoltura» all’uomo che ha portato il terrore in Occidente. Ma quando? Domani Barack è atteso a Ground Zero e già  cresce tra i parenti delle vittime la polemica. Perfino il mostro di Ground Zero ha avuto quel funerale e quella sepoltura negata a migliaia di vittime del terrore. L’ha detto proprio Obama: con la scoperta e l’uccisione di Bin Laden, giustizia è stata fatta. Manca solo l’ultimo atto: la riconsegna, seppure virtuale, di quel corpo. A chi aspetta questo momento da dieci anni.

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