Quanto vale la campagna televisiva

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Il risultato è stato che il cavaliere ha tolto spazio in onda – non solo sul Tg1 ma praticamente ovunque – ai suoi candidati nelle città . Lo ha fatto per un preciso calcolo. Trasformare, come ha scritto il New York Times, anche queste elezioni amministrative in una faccenda «all about him». Il giorno dopo la multa dell’Agcom al Tg1 e un nuovo richiamo generalizzato a tutte le televisioni, il giorno dopo, Berlusconi è riuscito a fare «tre telefonate a manifestazioni elettorali, cinque interventi radiofonici, due interviste televisive, un messaggio video al Pdl, una lettera ai giovani elettori milanesi e un messaggio pubblicato sul sito del Pdl» (la sintesi è del Corriere della Sera). Miracolo della comunicazione, interviste, lettere e telefonate sono state ognuna ripresa dai telegiornali, aggiungendo l’eco al rumore. E non è finita, perché domani mattina, dunque a urne aperte, Berlusconi si presenterà  in tribunale a Milano per l’udienza del processo Mills (dovrebbe esserci anche Briatore) e soprattutto per il settimanale comizio anti magistratura. Le telecamere sono pronte. L’EFFETTO La prova sondaggio: il link schermo-urne Ma quanto conta l’informazione televisiva per la formazione dell’opinione elettorale? Moltissimo può confermare un sondaggio appena realizzato (è di quelli che si possono pubblicare anche sotto elezioni) dal gruppo di ricerca di Treviso Hobo-Quaeris nelle otto regioni del nord (Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli, Liguria, Emilia Romagna). È un territorio vasto dove si vota in città  fondamentali come Milano, Torino e Bologna. Ebbene il 58% degli intervistati dichiara di aver deciso come votare attraverso l’informazione televisiva (leggermente più alta la percentuale delle donne, 60,4% rispetto a quella degli uomini, 55%). Solo il 40% dei cittadini del nord, invece, ha dichiarato di essersi formato un’opinione leggendo i giornali o i settimanali. Una percentuale ancora più bassa, il 23,7%, ha detto di aver deciso attraverso il passaparola e solo il 13,4% degli interpellati ha deciso di studiare i programmi dei candidati. Scendendo nel dettaglio, è interessante scoprire che a scegliere attraverso la tv sono soprattutto i 35-44enni (59,8% ) e a livelli altissimi gli over 65enni (addirittura il 65,9%).


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