“Menzogne per coprire i loro disastri”
MILANO – La domanda non se la sono neanche posta: Maometto, alla montagna, ci va, e di corsa. Così, sottolineando più volte che «loro si chiudono nei teatri, noi invece andiamo per strada», ieri Giuliano Pisapia e tutta la sua coalizione hanno battuto le piazze milanesi, punteggiando la città di arancione, il colore scelto per la campagna elettorale del candidato sindaco che finora ha già compiuto un miracolo: tenere assieme tutto il centrosinistra. Attraendo con la stessa forza migliaia di volontari di tutte le età e anche nomi forti, come Alessandro Profumo, l’ex ad di Unicredit che ieri pomeriggio, da spettatore, si è presentato a un incontro tra Pisapia e il magistrato-deputato Gianrico Carofiglio.
Nella calda giornata milanese, girando tra un gazebo e una piazza, il candidato Pisapia ha anche risposto colpo su colpo alle accuse che il premier Berlusconi e il sindaco uscente Moratti gli lanciavano dal Palasharp. Alcune diventate già tormentoni, come quello che il centrosinistra reintrodurrà l’Ici («Berlusconi dice che io sono simpatico, lui è un bugiardo», rimpalla Pisapia) o aprirà una moschea in ogni quartiere («Ho solo detto che ogni confessione religiosa dovrà avere degli spazi, pagandoseli, e nel rispetto delle leggi», replica il candidato). La novità di ieri è il riferimento all’esperienza parlamentare di Pisapia. «Fino al 1988 sedeva con Rifondazione comunista, e ora dobbiamo tirarcelo dietro come sindaco, cose da pazzi», ha stoccato il premier, dando l’assist all’avversario: «Oggi l’unica cosa da rifondare è Milano, dopo anni di disastri e incuria causati dal centrodestra e da Letizia Moratti».
Da settimane, e ieri più che mai, la campagna per questa rifondazione milanese è fatta dai volontari (e infatti il preventivo delle spese elettorali del centrosinistra è di un milione e mezzo, quello del centrodestra di quasi undici). Cuoche che ieri dispensavano alla “Festa dell’aria” torte decorate con la scritta di pastafrolla “Milano si può”, ragazzi che trasportavano cartelli per comporre su due piedi i manifesti di Pisapia come sfondo per le conferenze stampa. Sciarpe, maglie, borse arancioni per accogliere ancora il candidato per l’ultimo saluto della giornata: simbolicamente, davanti a Palazzo Marino, la sede del Comune da conquistare. E anche i big nazionali del centrosinistra sono stati e saranno nelle piazze: Rosy Bindi ieri mattina, con parole durissime su Berlusconi e sulla Moratti; Nichi Vendola – che già a novembre aveva fatto da supporter per Pisapia alle primarie – oggi alle 18.
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