Pisapia avanti col 48 per cento Moratti, una caduta-shock

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MILANO – Doveva essere una riconferma sicura, se non al primo turno almeno al secondo, ma il clamoroso risultato di ieri, con lo sfidante avanti di 6 punti, ha sgretolato ogni certezza nella maggioranza. La città  test nazionale sulla tenuta del governo Berlusconi va al ballottaggio, con la sorpresa che Giuliano Pisapia, il candidato di centrosinistra, è in vantaggio su Letizia Moratti, candidato del centrodestra nonché sindaco uscente, 48 per cento a 41,6. Manfredi Palmeri, candidato del Terzo polo, conquista il 5,5 per cento e Mattia Calise, del Movimento 5 stelle, il 3,3. E mentre al teatro Elfo Puccini, quartier generale dell’opposizione, lo staff di Pisapia non riesce a contenere l’entusiasmo della folla e i vigili sono costretti a chiudere un tratto di strada alle auto, alla Fondazione Cariplo dove si sono raccolti i fedelissimi della Moratti cala il gelo. Il sindaco uscente arriva solo a mezzanotte. «Da Milano deve ripartire una fase nuova della politica di centrodestra – dichiara – che sia in grado di aggregare le forze che non si sono sentite evidentemente rappresentate». Lo sfidante Pisapia, esulta: «Sono assolutamente certo che in queste due settimane la fiducia aumenterà  e porterà  a quel consenso oltre il 51% che servirà  per cambiare Milano».

La vittoria del centrosinistra in questa prima tornata elettorale è uno smacco che lascia senza parole tutta la coalizione di centrodestra. Le prime, timide dichiarazioni del pomeriggio su dati ancora tutti di confermare lasciano il posto all’imbarazzo quando le proiezioni – l’ultima dava 48,6 per cento Pisapia, 40,7 Moratti – vengono confermate. La distanza fra i due candidati è enorme, la percentuale raccolta dalla Moratti inferiore a quella della somma delle 12 liste che la sostengono. «I sondaggi davano risultati diversi – commenta Mario Mantovani, il coordinatore regionale del Pdl – . Quella di Pisapia non era un’affermazione scontata». Ma ieri non si è trattata solo dell’affermazione di un outsider, l’avvocato penalista che Letizia Moratti ha cercato in ogni modo di infangare negli ultimi giorni di campagna elettorale (ieri l’avvocato Ambrosoli ha depositato la querela contro la Moratti), ma una dura sconfitta del Pdl proprio nella capitale del berlusconismo. A meno di 200 sezioni da scrutinare, è testa a testa fra Pdl e Pd. Con il partito di centrodestra crollato di 7 punti rispetto alle elezioni regionali dell’anno scorso (28,7 contro 36 per cento), e il partito di centrosinistra che risale al 28,6, meglio del 26,3 del 2010 e del 22,1 del 2006, ma ancora sotto al risultato delle politiche del 2008. Pessima performance anche per la Lega con 9,6 per cento contro l’exploit dell’anno scorso quando incassò il 14,5 per cento. Nel centrosinistra, invece, cresce anche Sel con il 4,7 per cento contro il 2,9 del 2010, cala l’Idv invece che non supera il 2,6 per cento contro il 7,6 dell’anno scorso.
«La sfida del premier si è rivelata un boomerang, il vento del nord ha spirato contro il polo Pdl-Lega» commenta il segretario del Pd Luigi Bersani dopo aver telefonato a Pisapia. Sostegno anche da Nichi Vendola, il grande supporter dell’avvocato, che dice: «Il vento sta cambiando in Italia, si è aperto un varco nel berlusconismo». Arrivano con il contagocce i commenti del centrodestra. Il primo è Roberto Formigoni, presidente della Regione, convinto che «parte dell’elettorato moderato abbia voluto mandare un segnale di disagio, un campanello d’allarme che è arrivato molto bene».


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