Per noi un sollievo. Adesso deve pagare

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L’esperienza delle elezioni precedenti ci dice che i criminali di guerra qui si arrestano con il contagocce e secondo le esigenze. Karadzic è stato arrestato quando Tadic aveva bisogno di vincere le elezioni. Mladic alla vigilia delle nuove consultazioni, quando la ricandidatura del presidente sembrava in bilico.
Con la cattura di Mladic io dovrei essere felice. So che, se non altro, con questo atto la giustizia universale, cosmica è soddisfatta. So che solo adesso le migliaia di anime delle vittime possono in senso simbolico trovare pace. So che è il minimo che il mio Paese poteva fare per espiare gli orribili crimini compiuti.
Comunque, in qualche modo, non riesco a essere felice, non riesco a condividere la gioia su Facebook o Twitter, non posso coinvolgermi nelle analisi razionali, mi sento miseramente sconfitta. Quell’uomo è un assassino di massa, attentamente nascosto dallo Stato–apparato, dai diversi governi che si sono succeduti e per lunghi quindici anni.
Ratko Mladic, anche dopo Srebrenica, ha seminato la morte, i ragazzi morivano solo perché come soldati di leva si sono trovati per caso vicino a uno dei suoi nascondigli. È stato per 15 anni più importante e più forte di ogni cittadino serbo, di un intero sistema politico, del concetto stesso di diritto e giustizia, morale. Il suo arresto e la sua consegna sono un grande sollievo ma una piccola vittoria. Per 15 anni il macellaio ha vissuto protetto e quando finalmente avviene questo cambiamento politico, lo arrestano senza difficoltà . Anche se considero questo di Boris Tadic un atto di grande onestà  e coraggio, da lui avviato assumendosi una grande responsabilità  e notevoli rischi, mi resta difficile non pensare ad una cosa sola: perché cosi tardi?
Traduzione Ljuba Jovicevic


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