Pedofilia, “il caso italiano”. Telefono Azzurro: “Poche denunce e troppi i casi che restano nel silenzio”

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ROMA – Si celebra domani la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia. Un fenomeno sommerso, sul quale Telefono Azzurro vuole porre l’accento diffondendo i dati del proprio “Dossier pedofilia 2011”, aggiornato agli inizia di aprile.

Secondo l’autorevole dossier “Child Maltreatment”, pubblicato ogni anno, nel 2009 negli Stati Uniti sono stati segnalati circa 65 mila abusi sessuali. In Inghilterra, secondo i dati del Department for Education, nel 2009 sono stati segnalati 2 mila abusi sessuali. In Francia, sempre nello stesso anno, la linea “Allo Enfance Maltraitee” ha ricevuto circa 2800 denunce di abusi sessuali. E in Italia? Secondo l’Istat, nel 2009 solo 492 atti sessuali con minorenni sono stati segnalati dalle Forze di Polizia all’Autorità  Giudiziaria. Negli anni 2008, 2009 e 2010 sono state riferite a Telefono Azzurro 570 situazioni di abuso sessuale (giunte alle linee di ascolto e al 114 Emergenza Infanzia), ovvero, in media, 191 casi all’anno. Nello stesso periodo di riferimento, il servizio di Telefono Azzurro per consentire a chi naviga in Internet di segnalare contenuti inadeguati o potenzialmente pericolosi per bambini e adolescenti, ha accolto 5.768 segnalazioni: il 26% si riferiva a materiale pedopornografico.
Dunque, gli abusi sessuali in Italia sono inferiori che nel resto del mondo? O forse è più ragionevole sostenere che in Italia è difficile parlarne più che in altri paesi? A chiederselo è lo stesso Telefono Azzurro, secondo cui i dati disponibili in Italia sono pochi e lacunosi, “e non rendono conto di un fenomeno che rimane in larghissima parte sommerso, anche a causa della sua natura. L’abuso sessuale sui minori in quanto rottura di un tabù estremamente radicato nelle società  occidentali contemporanee, è una realtà  che spaventa”.
Afferma il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo: “Oltre alla parzialità  dei dati, sul tema della pedofilia in Italia siamo costretti a registrare un grave ritardo legislativo. In tal senso, Telefono Azzurro auspica che si concluda quanto prima l’iter di ratifica della Convenzione di Lanzarote, giunto ormai alla fase conclusiva”.

I dati. Dai dati dal “Dossier Pedofilia 2011” di Telefono Azzurro è possibile trarre alcuni elementi utili a conoscere maggiormente il fenomeno.
In base alle segnalazioni pervenute alle linee di ascolto di Telefono Azzurro (364 situazioni riferite tra il 2008 e il 2010), il 68,4% delle vittime di abusi sessuali sono bambine e adolescenti femmine e il 55,8% delle vittime ha generalmente un’età  inferiore agli 11 anni. Le femmine subiscono in misura maggiore toccamenti (120 casi femmine vs 55 maschi) e abusi con penetrazione (42 femmine vs 13 maschi). Più spesso dei maschi, inoltre, ricevono proposte sessuali di tipo verbale (37 casi). I maschi sembrano essere più spesso costretti ad assistere ad atti sessuali (16 casi) oltre che a penetrazioni anali (12 casi).
Nel 90% dei casi le vittime degli abusi sono minori italiani; nel restante 10% si tratta invece di bambini e adolescenti stranieri, provenienti principalmente da Paesi dell’Est.

Ma chi sono gli abusanti? Anche in questo caso i dati raccolti da Telefono Azzurro smentiscono il luogo comune secondo il quale il pedofilo è quasi sempre un estraneo. Dall’indagine emerge infatti  come nella maggior parte dei casi gli abusi sessuali siano commessi da persone appartenenti al nucleo familiare: padri, madri, nonni, nuovi conviventi/coniugi e altri parenti.
Se solo il 9,6% riguarda soggetti estranei, negli altri casi si tratta di soggetti esterni alla famiglia ma comunque conosciuti: tra questi spiccano gli amici di famiglia (11% circa), gli insegnanti (9,1%) e i vicini di casa (4,8%). L’1% circa delle segnalazioni al Telefono Azzurro riguarda figure religiose.
Le donne autrici di abusi sessuali rappresentano il 12,8% delle segnalazioni pervenute; gli abusi praticati sono sia di tipo “attivo”, cercati per motivi di piacere o di denaro, sia “assistito”, ossia compiuti da altri che generalmente sono i compagni, taciuti e in alcuni casi facilitati.

Per Telefono Azzurro, “a favorire il sommerso è anche il fatto che molti casi di abuso avvengono in contesti sociali legati a istituzioni come la scuola o la chiesa, le quali, per tutelarsi dal grave danno di immagine che ne conseguirebbe, possono cercare di insabbiare o rimuovere episodi di questo tipo”.
In generale, sussiste un’errata percezione del fenomeno della pedofilia, che porta a considerare i pedofili come figure estranee, non integrate: come orchi, appunto. “La realtà  è invece ben diversa – si afferma nel Dossier -. Il pedofilo non è un soggetto facilmente identificabile come ‘problematico’: egli è invece abile nel mimetizzarsi all’interno della comunità  e a sfruttare tutte quelle situazioni che favoriscono il contatto con i bambini. Si tratta spesso di persone che i bambini conoscono bene, nelle quali ripongono fiducia, abbassando così le difese e finendo così per trovarsi in una condizione di ‘fragilità ’ emotiva. Internet e le nuove tecnologie, inoltre, forniscono ulteriori strumenti che facilitano il contatto con bambini e adolescenti fino a culminare nei casi di adescamento on line (il cosiddetto ‘grooming’)”.

“Tutto questo contribuisce a rendere la pedofilia un fenomeno pervasivo e multiforme che la società  tende a rimuovere – afferma Ernesto Caffo – per questo è necessario affrontarlo con un approccio ‘multiagency’, un lavoro sinergico tra diverse figure professionali e operatori adeguatamente formati e competenti, ma anche con l’impegno attivo e costante di tutta la società . Oggi non c’è chiarezza su cosa sia davvero l’abuso sessuale e questo rende più difficile prevenirlo, ma anche curarne le conseguenze. La scarsità  delle denunce in Italia rispetto ad altri paesi è il risultato dell’assenza di adeguati interventi di informazione e sensibilizzazione che il Governo e tutte le istituzioni non possono più rimandare“.

 

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