by Editore | 31 Maggio 2011 7:42
Le Ong del CINI in un comunicato auspicano che “il doveroso sostegno alle popolazioni del Nord Africa non si traduca in una diminuzione di attenzione e risorse per tutti gli altri paesi del Sud del mondo, a cominciare da quelli dell’Africa sub-sahariana che da troppo tempo aspettano che i G8 onorino gli impegni presi”. “Purtroppo l’Italia, avendo stanziato nel 2010 per l’aiuto pubblico allo sviluppo solo lo 0,15% del suo PIL a fronte di un obiettivo previsto dello 0,51%, continua a perdere credibilità a livello internazionale” – dichiara Maria Egizia Petroccione, portavoce del CINI. “Ancora più grave la situazione relativa al Fondo globale per Aids: l’Italia, non avendo versato i contributi del 2009 e del 2010, ha perso il diritto al seggio unico nel Consiglio Direttivo del Fondo e al nostro posto ora siede la Francia” – conclude la nota del CINI.
“La dichiarazione finale conferma che, a due anni dal lancio dell’Aquila Food Security Initiative, solo il 22% dei 22 miliardi di dollari promessi sono stati realmente investiti” – dichiara Luca De Fraia, Vice segretario generale di ActionAid Italia. “E’ preoccupante che gli Otto Grandi non abbiano annunciato misure concrete per sborsare i fondi che ancora devono essere versati né si siano fatti portavoce di un’iniziativa urgente per frenare la crisi alimentare alle porte”. L’Aquila Food Security Initative è stata lanciata in occasione del Vertice de l’Aquila del 2009.
In particolare – sottolinea De Fraia – “è necessario che il nostro governo adotti un’azione efficace in tema di lotta alla povertà , predisponendo un piano di rientro che riporti gli aiuti italiani in linea con gli obiettivi europei, ovvero lo 0,51% del PIL entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015”. La mancanza di adeguati livelli di spesa nell’aiuto pubblico allo sviluppo agricolo e in tema di sicurezza alimentare è solo una parte del problema. “È anche infatti necessario – nota ActionAid – garantire l’efficacia degli aiuti, supportando i piccoli agricoltori (che rappresentano il 75% del miliardo di affamati nel mondo) e l’agricoltura sostenibile, unico modello in grado di rispondere alle sfide del cambiamento climatico e al loro impatto sull’aumento della volatilità dei prezzi dei beni alimentari”.
Nella dichiarazione finale si ribadisce l’importanza della tutela della biodiversità , della lotta ai cambiamenti climatici e di una transizione energetica verso fonti rinnovabili, senza menzionare il fatto che i biocarburanti non sono strumenti utili a raggiungere questi obiettivi. Come riconosciuto da molte agenzie – tra cui OCSE, FAO, Banca mondiale -, i biocarburanti non rappresentano una valida alternativa alle fonti fossili e sono una minaccia per l’ambiente e la sicurezza alimentare delle comunità del Sud. “In occasione dei passati Vertici, il Presidente Berlusconi si è fatto portavoce dell’esigenza di verificare il ruolo dei mercati e dei fenomeni speculativi” – conclude De Fraia. “Ci auguriamo che l’Italia si faccia promotrice, in ambito G20 ed Europeo, di una posizione più avanzata in materia di riforma dei mercati dei derivati, nel settore dei prodotti agricoli”.
Anche Amref evidenzia che “la dichiarazione finale del vertice reitera stancamente la volontà degli Otto di sostenere un numero di iniziative in ambito sanitario avviate in passato (tra cui il Fondo Globale per le pandemie, la Muskoka Initiative per la salute materno-infantile e GAVI per le vaccinazioni), ma non identifica alcuna priorità per il futuro, né una visione d’insieme capace di superare la frammentarietà delle molteplici iniziative elencate”.
Con un passo indietro rispetto agli ultimi anni, in particolare, la Dichiarazione non fa menzione del necessario impegno del G8 in interventi strutturali quali il rafforzamento dei sistemi sanitari dei paesi a basso reddito. “Allo stesso modo, non si parla del sostegno al personale sanitario in Africa, dove lavorano oggi meno medici che nella sola Italia. Sparito dalla Dichiarazione anche il riferimento all’attuazione del Codice di Condotta per il Reclutamento Internazionale di Personale Sanitario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), peraltro sostenuto dal G8 in passato, che promuove una gestione positiva delle migrazioni di operatori sanitari che dai Paesi africani si spostano verso l’Europa e il Nord America, alla ricerca di condizioni di vita e di lavoro migliori” – evidenzia Amref.
In una nota-stampa Save the Children ricorda che “gli impegni chiave assunti nei confronti dei Paesi in via di sviluppo attendono ancora un compimento”. Come evidenziato nella dichiarazione finale del summit, c’è ancora un gap da colmare di 19 miliardi di dollari all’anno promessi ai Paesi più poveri del mondo. Per questo l’associazione, pur apprezzando l’impegno assunto dai G8 a fornire supporto sanitario alle madri e ai bambini più poveri del mondo chiede ai paesi del G8 di “formalizzare tale impegno nell’ambito dell’Assemblea delle Nazioni Unite di settembre, attraverso piani d’azione distinti che tengano conto delle esigenze di ogni singola nazione”.
Eppure le aspettative delle associazioni nei confronti del Vertice di Deauville erano alte: lo testimiano – tra l’altro – le numerose proposte avanzate alla vigilia. ActionAid aveva richiesto che “le risorse stanziate nel Piano siano ‘aggiuntive’ rispetto a quelle già previste per la lotta alla povertà nel mondo e non si trasformino nell’ennesima promessa mancata”. In particolare, l’associazione esprimeva preoccupazioni per il ruolo del Fondo Monetario Internazionale e di Banca Mondiale al Vertice viste le politiche restrittive di cui solitamente si fanno promotori.
Medici senza Frontiere aveva chiesto ai paesi membri del G8 di assicurare alimenti appropriati ai bambini. “Una migliore alimentazione riduce la mortalità infantile del 50%” – ricorda l’associazione sottolineando come “la malnutrizione indebolisce il sistema immunitario, esponendo il bambino ad un maggiore rischio di morte per altre malattie come la malaria, le infezioni alle vie respiratorie e la diarrea.”
Unicef Italia aveva inviato una lettera al presidente del Consiglio per chiedere che l’Italia ottemperi agli impegni assunti nei G8. “Come leader del paese che a Genova nel 2001 ha visto la nascita del Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria – scriveva il presidente di Vincenzo Spadafora al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – le rivolgo un appello accorato affinché l’Italia rispetti gli impegni a suo tempo presi, con lo stanziamento delle risorse necessarie per i servizi e le cure a tutte le donne e le madri che vivono con l’HIV per prevenire nuove infezioni tra i bambini”.
In vista del vertice, la GCAP Italia, Coalizione italiana contro la Povertà , aveva consegnato al governo italiano un documento politico con le posizioni della Coalizione in materia di finanza internazionale e aiuto pubblico allo sviluppo (Aps), salute, diritto al cibo, cambiamenti climatici, lavoro dignitoso e parità di genere, che saranno oggetto di discussione dei prossimi G8 e G20. Il documento dal titolo “Condividere diritti e cittadinanza” (in .pdf) nella prima parte sottolinea la mancata regolamentazione dei mercati finanziari e denuncia la continua contrazione del contributo del Governo italiano alla cooperazione internazionale, sceso allo 0,15% del PIL a fronte di un impegno internazionale dello 0,7%.
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