Offensiva del premier su cinque tg: non consegnate le città  alla sinistra

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ROMA— «Impediremo che Milano diventi la Stalingrado che vorrebbe la sinistra estrema se diventasse sindaco Giuliano Pisapia» . «Sono convinto che i milanesi che si sono astenuti dal voto al primo turno, visti i risultati, non vorranno consegnare la loro città  a chi vorrebbe farla diventare, alla vigilia dell’Expo 2015, una città  islamica, una zingaropoli piena di campi rom, una città  che aumenta le tasse» . È un crescendo rossiniano quello impresso da Silvio Berlusconi. Rompe il silenzio che si è imposto dopo la batosta alle Amministrative di domenica e lunedì scorsi per concedere una raffica di interviste (Studio aperto, Tg4, Tg5, Gr1, Tg1, Tg2). Toni e argomentazione scelti servono, nelle sue intenzioni, a scuotere gli elettori che hanno disertato le urne. E il filo conduttore è: moderati tornate da me. Parla dei ballottaggi di Milano e di Napoli e annuncia che «sarà  in prima linea» . «A Napoli — dice — siamo in vantaggio e ci dobbiamo confrontare con la sinistra estrema che ha portato alla ribalta un magistrato d’assalto, uno dei tanti magistrati giustizialisti entrati in politica con la sinistra» . E al candidato dell’Idv dedica parole aspre: «Luigi de Magistris rappresenta una semplice copertura del vecchio sistema di potere, è appoggiato dagli stessi partiti che hanno malgovernato per 18 anni e che hanno creato questa situazione disastrosa» . Insomma, afferma Berlusconi, «a Napoli il risultato è buono se si considera che bisognava scardinare un sistema di clientele e di potere che si è schierato tutto con il candidato appoggiato dall’estrema sinistra» . Con Lettieri sindaco, invece, «si troverà  una soluzione al dramma dei rifiuti e la soluzione sta nella raccolta differenziata e nella costruzione dei termovalorizzatori che a sinistra rifiutano. Noi vogliamo che Napoli torni a essere una capitale europea, accogliente, vivibile, sicura e dove i giovani possano trovare lavoro» . Berlusconi, però, dedica grande attenzione a Milano, vero test politico nazionale, essendo la «sua» città . Promette che, qualora andassero male i ballottaggi, non ci sarebbero conseguenze per la maggioranza. «No assolutamente no — scandisce ostentando sicurezza —. Le partite durano 90 minuti e noi siamo in campo per vincere» . In ogni caso, osserva ancora, «il vero risultato politico è che non ci sono alternative alla nostra alleanza con la Lega e al nostro governo, che rimane forte e con una maggioranza più coesa di prima. Il governo adesso è in grado di lavorare per la riforma del fisco e della giustizia indispensabili per ammodernare il Paese» . Nella sua analisi ricorda (ed è l’unico vago accenno autocritico) che «dobbiamo riconquistare il consenso e la fiducia dei moderati per non consegnare Milano e le altre città  alla sinistra che è ormai condizionata dalle frange più estreme. Soprattutto a Milano siamo stati sfavoriti dalla maggiore astensione dei moderati» . E proprio ai moderati il Cavaliere dedica gran parte delle sue interviste. Pensa a loro quando afferma che «i milanesi non vorranno rivedere le vie e le piazze di Milano come abbiamo visto questa settimana riempite di bandiere rosse, con la falce e il martello» . Si rivolge sempre a loro quando rimarca che «il programma di un sindaco sostenuto dalla sinistra estrema e integralista è incompatibile non solo con l’Expo 2015, ma è dannoso per le famiglie e per le imprese perché prevede più tasse, un grande centro islamico, il voto amministrativo agli immigrati, il blocco degli sgomberi dei rom e riconoscere agli zingari la possibilità  di autocostruzione, cioè di farsi una baracca dove meglio credono» . Berlusconi confida molto sui moderati. «Con la loro astensione ci hanno sfavorito ed è da questo dato che dobbiamo ripartire — argomenta —. Se avessero voluto avrebbero potuto scegliere un’alternativa, cioè il terzo polo, ma non l’hanno né accolta né premiata. Anzi ne hanno certificato l’irrilevanza» . L’Udc, spiega, «ha avuto risultati decenti dove si è alleata con noi. Il Fli non è esistito, fermandosi a qualcosa più dell’ 1%. Il Popolo della libertà  si è confermato come prima forza politica del Paese. Ed è paradossale che il Pd canti vittoria quando a Milano ha perso il 5%rispetto alle passate Comunali e nel resto del Paese ha ceduto voti e seggi alle formazioni di estrema sinistra» . Ma alla fine riconosce che il risultato del primo turno a Milano con Letizia Moratti dietro il candidato della sinistra «è giunto inaspettato» . 


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