Obama: le foto restano segrete

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NEW YORK— A meno di «leak» , ossia fughe di notizie sempre possibili, le immagini simbolo della fine di Osama Bin Laden resteranno quella dei volti tesi di Barack Obama e dei suoi collaboratori radunati nella «Situation Room» della Casa Bianca. E, forse, anche quelle che verranno scattate oggi a «Ground Zero» , dove il presidente onorerà  la memoria delle vittime dell’ 11 Settembre di dieci anni fa, pregherà  e incontrerà  (in forma privata) i loro familiari. Una sorta di silenzioso «mission accomplished» , missione compiuta. DAL Pakistan sono uscite le immagini delle altre vittime dell’incursione di domenica del «commando» americano, ma non quelle del leader di Al Qaeda, il cui cadavere è stato portato via dai «Seals» della Marina. E, dopo aver esitato per un giorno e mezzo, ieri sera Obama ha deciso di non diffondere quelle foto che ora sono «top secret» . «Sappiamo con assoluta certezza che Bin Laden è stato ucciso» ha spiegato il presidente in un’intervista alla CBS. «Non c’è alcun bisogno di mostrare foto raccapriccianti che rischiano di incitare alla violenza. Non maneggiamo questo materiale come un trofeo. Noi non ci comportiamo così. E non vogliamo fornire uno strumento di propaganda» agli alleati dei terroristi. La questione della prova fotografica dell’eliminazione del capo dei terroristi — il volto di Osama con la fronte squarciata da un occhio all’altro— ha tormentato a lungo il presidente e il suo governo. All’inizio il capo della CIA (e futuro responsabile del Pentagono) Leon Panetta aveva dato per scontato che le foto sarebbero state diffuse e anche le dichiarazioni del consigliere antiterrorismo del presidente, John Brennan, sembravano andare in questa direzione. Ma ben presto Obama ha cominciato ad avere dubbi che si sono rafforzati quando il Segretario di Stato, Hillary Clinton, e quello alla Difesa, Robert Gates, hanno preso nettamente posizione contro la pubblicazione. Pian piano si è imposta una convinzione: chi non vuole credere alla morte di Bin Laden continuerà  nei dinieghi anche dopo aver visto le immagini del cadavere. Dirà  che sono un falso o che quello ucciso non è lo «sceicco del terrore «. Insomma, risultati incerti dal punto di vista della trasparenza e molti rischi di suscitare reazioni indignate tra i musulmani. Non solo per l’oggettiva durezza delle immagini, ma anche perché nessuno ha dimenticato che in passato foto di questo tipo— i cadaveri di Saddam Hussein o di al-Zarqawi, il capo di Al Qaeda in Iraq ucciso nel 2006 — sono finite sulle prime pagine dei giornali popolari Usa con titoli come «Va all’inferno» o un fumetto che esce dalla bocca del cadavere: «Riscaldatemi le vergini» . Insomma, Obama ha fatto una scelta che non rispecchia la volontà  della maggioranza degli americani (il 56 per cento, dicono i sondaggi, vorrebbe vedere le immagini, contrario il 39 per cento), ma cerca di ridurre i rischi ai quali sono esposti gli americani nel mondo e denota l’attenzione del presidente per lo stato d’animo dell’opinione pubblica nel mondo islamico. Le foto avrebbero, poi, potuto ulteriormente esacerbare le contrapposizioni in Afghanistan, dove sono in corso tentativi di negoziato coi gruppi talebani disposti a rinnegare i rapporti col terrorismo. Sono in molti a pensare che la scomparsa di Osama può spingere i talebani a staccarsi da Al Qaeda. Gli emissari del governo Usa che stanno verificando la possibilità  di accelerare il disimpegno dall’area, ora potranno negoziare più liberamente, essendo meno vulnerabili all’accusa di scendere a patti con organizzazione terroristiche. Ovviamente la decisione di ieri non significa che ci sarà  un «black out» totale sulle immagini dell’assalto dei «Seals» al «compound» di Abbottabad. Già  ieri, come detto, sono trapelate — da fonti pachistane, non dal governo americano— le foto dei cadaveri degli altri «qaedisti» uccisi domenica. E non è escluso che in futuro lo stesso presidente decida di far diffondere le immagini della sepoltura in mare di Osama o la stessa foto del cadavere, che può sempre essere desecretata. Possibile anche una pubblicazione non autorizzata: le immagini ora sono «top secret» , ma le hanno già  viste in molti. Nel governo e anche nel Congresso. Dove si è svolta una discussione simile a quella interna al governo. Un confronto pacato, senza divisioni di partito, con molti leader repubblicani contrari, come Obama, alla pubblicazione (compreso lo «speaker» John Boehner che si è rimesso alle decisioni della Casa Bianca). — tiene ancora, insomma, il clima di concordia «bipartisan» sui temi della sicurezza nazionale che da tre giorni regna a New York. Un clima appena incrinato dalla decisione del presidente George Bush di non accogliere l’invito di Obama ad andare insieme a lui, oggi, a «Ground Zero» . Bush irritato perché il suo successore non gli ha attribuito il merito di aver avviato le ricerche che hanno alla fine portato all’eliminazione di Osama? E’ un’ipotesi, ma il suo portavoce ricorda che, da quando ha lasciato la Casa Bianca, Bush si è costantemente tenuto lontano dai riflettori perché, come ha sempre detto, «l’America deve avere un solo presidente alla volta» . Più probabilmente i repubblicani non hanno voluto concedere a Obama l’ulteriore vantaggio di stampare nella memoria collettiva un’immagine troppo simile a quella — Bush con un pompiere sulle rovine fumanti del World Trade Center— che dieci anni fa cementò un sentimento di unità  nazionale che durò molto a lungo.


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