by Sergio Segio | 11 Maggio 2011 7:23
New York. TELEFONO, Internet. Quando l’hanno inventato, otto anni fa, Skype era una specie di E. T. Un extraterrestre nel mondo delle telecomunicazioni: la bizzarria di un pugno di hacker che avevano trovato il modo di telefonare gratis attraverso il web.
Come i teppistelli che si attaccavano alle vecchie cabine della Sip con fil di ferro e monetina. Ma ieri l’ex azienda corsara è stata inglobata dal gigante più gigante che c’è, Microsoft, la compagnia fondata da Bill Gates che da trent’anni rappresenta esattamente l’opposto dell’Internet libero che Skype incarnava.
Il prezzo vale la metamorfosi: 8 miliardi e mezzo di dollari. È la più grande acquisizione che il colosso di Redmond abbia mai fatto, una scossa che la Borsa festeggia girando in positivo, però punendo – e mica tanto paradossalmente – proprio Microsoft, meno 1,4 per cento: perché malgrado l’innovazione tecnologia Skype non è riuscita mai a fare tanti soldi. Eppure l’acquisizione cambierà comunque il modo con cui utilizziamo non solo telefono e Internet ma la tv, i videogiochi, i tablet come l’iPad. La conseguenza più immediata? L’integrazione tra le videochiamate di Skype e il programma di posta più seguito al mondo, Outlook.
Steve Ballmer, l’amministratore delegato di Microsoft, Tony Bates, l’amministratore delegato di Skype, parlano di sogno che si avvera e di grande opportunità per i 600 milioni e passa di iscritti al servizio, che eguagliano quelli di Facebook, anche se gli utenti reali nell’ultimo mese sono stati (in crescita) 124 milioni. Ma al di là degli annunci trionfalistici due domande serpeggiano. La prima tra gli investitori: riuscirà finalmente Skype a convertire il suo successo di pubblico in moneta sonante? L’altra tra i consumatori: che cosa ce ne viene dall’accordo, continueremo a chiamarci e videochiamarci gratis o no?
Alla seconda ha risposto direttamente Ballmer: il servizio ci piace così com’è e non lo cambieremo. Alla prima ha risposto invece Bates, spiegando che la nuova Skype farà affari attraverso la pubblicità che si riverbererà attraverso i nuovi media. Skype finirà su Outlook ma anche sull’X-box e su Kinect, le piattaforme di videogiochi di Microsoft. E poi si integrerà con Lync, il servizio di videochiamata dell’azienda di Windows che adesso verrà sviluppato più in chiave-impresa.
Non dice, Bates, che il vero affare lo stanno facendo i proprietari del marchio. Skype ha una storia tormentata di acquisizioni, dalla fondazione alla vendita a Ebay, che se ne disfece perché poco redditizia. Il Wall Street Journal cita il «comma 22» per spiegarne il paradosso: visto che chi la usa per telefonare col web non paga, i «mancati guadagni» di Skype crescono proporzionalmente con l’aumento degli utenti… Proprio per questo gli investitori hanno bocciato la spesa: come si fa a mettere tutti questi soldi in un’azienda che nel 2010 denuncia un fatturato di 860 milioni di dollari, utili operativi per 264 milioni ma perdite nette per 7 milioni, a fronte di un indebitamento da 686 milioni di dollari?
Checché ne dica Marc Anderseen, l’ex fondatore di Netscape che oggi è il vero raider dei titoli tecnologici, possedendo gruzzoletti di Skype, Facebook e altri tesori tech non ancora quotati a Wall Street, il rischio di una nuova bolla nella Silicon Valley c’è. Figuriamoci dunque la gioia della compagnia, che era pronta all’Opa per la metà del valore per cui adesso è stata pagata – quei 3 o 4 miliardi che avevano offerto fra l’altro anche altri pretendenti, da Google a Facebook – quando è arrivata la superofferta di Microsoft. Domanda: ma allora perché gli eredi di Bill Gates si sono lanciati nell’affarone? «Siamo un’azienda superambiziosa», dice Ballmer. Ma la scommessa è un’altra: recuperare terreno nel mercato dei software e assestarsi nel mondo dei telefonini, dove il gigante ora arranca dietro a Google ed Apple. E dove un domani Skype potrebbe sostituire sempre più le linee telefoniche tradizionali: non è un caso che gli operatori, da At&T a Verizon, in America sono furiosi. E sul piede di guerra è anche la solita Google – che con Google Voice sta cercando di costruire l’anti-Skype. Ieri l’annuncio di Microsoft ha guastato l’ultima festa: nello stesso giorno, il motore di ricerca ha lanciato Google Music, la nuvola di canzoni con cui sfida l’altro nemico, Apple e la sua iTunes. Tutti contro tutti, innovazione dopo innovazione, miliardo dopo miliardo. E noi lì con quella domanda appesa, come ET: telefono, Internet. Gratis?
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