Muore Roberto Morrione: “Il bravo giornalista è sociale”

Loading

CAPODARCO – La notte scorsa, vinto da un tumore, è morto a 70 anni Roberto Morrione. Era stato uno dei migliori giornalisti della Rai, dove aveva svolto tutta la sua carriera da quando, giovanissimo, vi era entrato nel 1962 sotto la direzione di Enzo Biagi. Aveva lavorato al Tg1, a lungo come capo cronaca, quindi aveva ricoperto numerosi incarichi di direzione: vicedirettore allo stesso Tg1, al Tg2, al Tg3, direttore di Televideo e primo direttore di Rai News 24 (oggi Rai News), da lui fondata e guidata fino alla pensione. Negli ultimi anni aveva diretto Libera Informazione, l’“Osservatorio sull’informazione per la legalità  e contro le mafie”, voluto dall’associazione Libera. Morrione aveva seguito questi temi da sempre con grande competenza e passione, realizzando anche molti “colpi” giornalistici. “E’ un interesse che ho nel sangue”, amava dire ricordando il padre ufficiale dei carabinieri.

Anche Morrione, come altri professionisti di valore della Rai, aveva vissuto il suo periodo di emarginazione in Rai, quando a metà  degli anni ’90 gli fu tolta la vicedirezione del Tg2 e gli venne assegnato un ufficio-parcheggio, con una scrivania vuota e la mazzetta dei quotidiani. Fu in quel periodo triste che partecipò, nel 1995, alla seconda edizione del seminario per i giornalisti “Redattore Sociale”, organizzato dalla Comunità  di Capodarco a Fermo. Fu un incontro importante per noi e per lui, come ci avrebbe ricordato in ogni occasione negli anni successivi: da lì nacque un’amicizia profonda con Capodarco, che lo ha portato a incontrarci varie volte nei seminari successivi (2002, 2003, 2006 come relatore e in altre come semplice partecipanti) e in momenti diversi.

Morrione era dotato di un carisma umano e professionale non comuni, oltre che di una capacità  di analisi illuminante sulla situazione politica e su quella dell’informazione in Italia e nel mondo. Sul sito dedicato ai seminari di Redattore Sociale (http://www.giornalisti.redattoresociale.it/) sono disponibili i testi integrali dei suo interventi a Capodarco. Tra i tanti, ci piace ricordare questo brano del 1995: “Io credo al bravo giornalista e il bravo giornalista è redattore sociale, perché deve esserlo nella sua genetica, perché tutti gli elementi costituenti della sua formazione, direi della sua vocazione, portano in quella direzione; altrimenti è uno che tradisce se stesso”. (st)

 © Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Netflix revolution

Loading

Cinquanta milioni di utenti, cinquantamila film da scaricare: Netflix è lo streaming che sta sconvolgendo il modo di vedere la tv. Da noi arriverà (forse) nel 2015, ma intanto l’abbiamo provato: ecco come

Galateo 2.0 Dai calzini a twitter come diventare gentlemen digitali

Loading

Tra norme di buon senso e autoironia, c’è il tentativo di porre un freno al dilagante uso del “tu” che i social network hanno portato Esce un “dizionario contemporaneo delle buone maniere”. E insegna a comportarsi anche sul web 

Char­lie Hebdo, il cadavere della modernità

Loading

Il per­corso di Char­lie come quello di molti di noi è stret­ta­mente asso­ciato con un’altra sta­gione pari­gina, un mag­gio che segnò la pri­ma­vera libe­ra­to­ria della con­te­sta­zione,

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment